Un inferno nell'inferno. È bastata qualche ora a Bama, cittadina dello Stato del Borno, nel nord-est della Nigeria, affinché una squadra dell’organizzazione Medici senza Frontiere (MSF) si rendesse conto della "emergenza catastrofica" in corso, dal 23 maggio sono morte almeno 200 persone» nello stesso campo profughi. Sei al giorno. Uccise soprattutto da malnutrizione e dissenteria.
Gli sfollati sono vittime delle violenze di Boko Haram e delle conseguenti operazioni di sicurezza lanciate dall'esercito nigeriano. In quella zona sono almeno 24mila i civili abbandonati al proprio destino.
Medici senza Frontiere è arrivato per la prima volta a Bama. "È la prima volta che siamo riusciti ad accedere a Bama. Stiamo trattando bambini malnutriti che hanno visto e sono sopravvissuti a tanto orrore. Bama è una località estremamente isolata. Ci hanno detto che molte persone, compresi tanti minorenni, sono morte di fame. Nuove tombe compaiono quotidianamente poiché in un solo giorno possono morire anche 30 persone per fame e malattia"
Per diversi mesi, a partire da settembre 2014, Bama è stata sinonimo di combattimenti e sofferenza. I ribelli di Boko Haram si sono infatti spesso scontrati con i soldati nigeriani, trasformando la località in una città fantasma. Solo nel marzo del 2015, grazie all'intervento degli eserciti dei paesi confinanti (Niger, Ciad, Camerun), il governo nigeriano ha potuto annunciare la "liberazione" della cittadina da Boko Haram. Un anno dopo, però, le condizioni di vita rimangono gravissime
Almeno 15mila bambini, di cui 4.500 hanno meno di cinque anni, sono ospitati nei giardini di un ospedale in attesa di essere messi in salvo. Alcuni di loro gravemente malnutriti sono stati trasferiti nel centro nutrizionale di MSF a Maiduguri. "Su più di 800 bambini, il 19% soffriva di malnutrizione severa acuta, la forma più mortale"
Tra il 13 e il 15 giugno, le autorità nigeriane, appoggiate da un’organizzazione locale, hanno eseguito l’evacuazione di oltre mille persone che avevano bisogno di urgenti cure mediche. Bama, però, non è l’unico luogo in cui il dramma dei profughi si consuma nel silenzio giorno dopo giorno. Nel resto dell’area presa di mira da Boko Haram, le agenzie umanitarie stanno registrando contesti molto simili.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha infatti lanciato un appello il mese scorso per la "fine immediata delle violenze nel bacino del Lago Ciad", dove gli insorti islamici hanno una presenza sempre più massiccia. È qui che gli operatori hanno detto di aver riconosciuto "atti che potrebbero essere definiti come crimini contro l’umanità e crimini di guerra"
Ogni settimana centinaia di persone scappano, a volte intenzionati a raggiungere l’Europa. I più disperati tentano infatti di attraversare il deserto del Sahara, ma soccombono al calore e alla sete. "I corpi di 34 persone, tra cui 20 bambini, sono stati trovati nel nord del Paese vicino al confine con l’Algeria. Quasi tutte le vittime sono nigeriane"
Secondo l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (OIM), sono almeno "120mila i migranti nigeriani passati l’anno scorso dal Niger per raggiungere il Nordafrica". Centinaia di essi, però, continuano a morire ogni mese nel deserto. Molti di più di quelli che muoiono attraversando il mediterraneo.
E quando i nigeriani, o le nigeriane arrivano in Italia, rischiano di essere espulsi solo perché secondo l'Europa e il mondo intero la Nigeria NON è un paese in guerra e la quindi per la legge italiana, la famigerata Bossi-Fini, per questo vanno "respinti". E tutto questo accade solo perché l'Europa continua a costruire moschee per chi nella mia Africa distrugge le Chiese, brucia villaggi, rapisce ragazze, e provocate orrore in nome di un "Dio" che si chiama "Allah"
Il campo profughi a Bama. Quello toccato a circa 200 rifugiati nigeriani fuggiti dalla violenza di Boko Haram e alloggiati in condizioni terribili in un campo profughi a Bama, nello Stato del Borno, è infatti un destino di sete e malnutrizione, a meno che non si adottino misure straordinarie in aiuto della popolazione. L'emergenza umanitaria che sta colpendo uno dei 36 stati della Nigeria, situato nel nord-est del Paese, ha messo in ginocchio ogni risorsa e lasciato attoniti gli stessi volontari. Al momento sono migliaia le vite sospese tra la vita e la morte, costrette in questo campo per persone sfollate ricavato all'interno del compound di un ospedale. E la sfida più dura, come al solito, tocca ai bambini.
Il dramma della malnutrizione. Ma andiamo con ordine e vediamo cosa è accaduto in questa parte della Nigeria nelle ultime settimane. Tra il 13 e il 15 giugno, le autorità locali e Medici senza Frontiere hanno organizzato l'evacuazione di 1192 persone che avevano bisogno di cure mediche. Questo gruppo, composto in gran parte da donne e bambini, è stato portato nel campo sfollati "Camp nursing" e, dei 466 bambini visitati qui dalle équipe di MSF, il 66% è risultato affetto da malnutrizione, per il 39% in forma grave, e 78 sono stati immediatamente ricoverati nel centro nutrizionale di MSF, che ha una capacità di 86 posti letto.
Migliaia di bambini in pericolo di vita. Lo scorso 21 giugno l'orrore. Un'équipe medica di MSF, che ha appunto lo scopo di portare soccorso sanitario e assistenza medica nelle zone del mondo in cui il diritto alla cura non è garantito, e che a Maiduguri supporta ben due ospedali, due cliniche e due centri medici nei campi dove le persone sfollate possono essere visitate gratis, ha fatto visita per diverse ore alla città di Bama, nel nord-est del Paese, dove 24mila persone, tra cui 15mila bambini (4.500 sotto i cinque anni), hanno trovato rifugio all'interno del campo.
Lo spettacolo allucinante che i medici si sono trovati ad affrontare è andato oltre ogni più nefasta aspettativa. "Una vera e propria emergenza sanitaria. Sedici bambini gravemente malnutriti, in imminente pericolo di morte, sono stati trasferiti al centro nutrizionale che l'organizzazione gestisce a Maiduguri: a seguito di un rapido screening su oltre 800 minori, è emerso che il 19% di loro soffre di malnutrizione severa acuta, la forma più mortale"
Sei morti al giorno, migliaia di sepolture. Durante la visita a Bama, l'équipe di Medici senza Frontiere ha contato 1.233 sepolture scavate vicino al campo nell'ultimo anno, molte delle quali, 480, di bambini. "Bama è una località estremamente isolata e ci hanno detto che tante persone, compresi i più piccoli, sono morte di fame. Stando ai racconti fatti dagli sfollati alle nostre équipe, tombe nuove compaiono ogni giorno: in un solo giorno possono morire anche 30 persone per fame e malattia". Dal 23 maggio sono decedute nel campo almeno 188 persone, circa sei al giorno a causa della malnutrizione e della mancanza di acqua pulita.
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