05 gennaio 2024

In Nigeria non si può più essere cristiani

Bambini e neonati uccisi, donne e disabili massacrati, case incendiate. Racconto della strage di Natale per mano dei pastori Fulani, di origine islamica. Lettera da un Paese crocifisso
Un vero e proprio genocidio in atto nel nord della Nigeria nell'indifferenza del Mondo

Nei giorni di Natale c’è stata l’ennesima strage di cristiani nello Stato di Plateau, nel centro-nord della Nigeria: 160 le vittime, oltre trecento i feriti. Pubblichiamo in una nostra traduzione quello che ha scritto per raccontare quanto avvenuto il reverendo Gideon Para-Mallam, missionario, pastore protestante, ambasciatore della Ifes (International Fellowship of Evangelical Students), tutore e portavoce della famiglia di Leah Sharibu.

Villaggio di Chriang: un bambino di 9 anni della scuola elementare, Regard Yusuf, è stato indotto con l’inganno a condurre gli aggressori nel luogo dove si nascondeva sua madre insieme ad altre donne, la vigilia di Natale del 24 dicembre 2023, durante gli attacchi coordinati a Mangur e Bokkos, nello stato di Plateau. Per questo motivo 23 donne sono state massacrate, e con loro il bambino di 9 anni e sua madre. Tra le vittime ci sono anche Veronica Mallan e Godwin Mallan, di 9 mesi. Mentendo, gli assassini avevano promesso al bambino che non sarebbe stato ucciso, ma hanno fatto l’esatto contrario, condannandolo a una morte prematura. Un bambino di 9 anni e un neonato di 9 mesi: due giovani vite promettenti tra le 160 persone uccise dalle forze del terrorismo e della perversità. Solo una donna, caduta in un fosso durante la fuga, è sopravvissuta per poter raccontare quanto accaduto.

Villaggio di Tahure: l’onorevole Sabo Abang è stato fatto prigioniero la notte del 24 dicembre e tenuto in ostaggio durante gli attacchi. Tre giorni dopo, è stato sgozzato come un agnello e il suo cadavere ancora fresco è stato gettato vicino alla sua casa. Al Jos University Teaching Hospital (Juth), giace gravemente ferito un bambino di tre anni, colpito da una pallottola a distanza ravvicinata durante l’attacco della vigilia e del giorno di Natale. Sempre al Juth è ricoverata una bambina di 5 anni a cui gli aggressori hanno mozzato una mano.

Non si fa nulla per fermarli

Nello Stato di Plateau è in corso un terrificante genocidio, che però viene raccontato come uno scontro fra agricoltori e pastori. Si tratta invece di una realtà sanguinosa in cui pastori Fulani armati, descritti talvolta come banditi ma in realtà terroristi, attaccano altre etnie in alcune zone dello stato e in gran parte delle comunità della Middlebelt. Purtroppo vengono inventate narrazioni false e fuorvianti mentre continuano a scorrere fiumi di sangue. È un danno per la nazione nigeriana e per l’umanità. Ciò che è successo a Bokkos non è, né uno scontro né una rappresaglia. Si tratta di eliminazione deliberata, mirata, intenzionale e sistematica di intere popolazioni, secondo un modello già messo in pratica in alcune comunità nel nord della Nigeria.

Purtroppo, coloro che da tempo avrebbero dovuto agire con fermezza per porre fine a questo fenomeno non stanno facendo nulla o i passi finora compiuti non stanno dando i risultati sperati: arrestare i colpevoli, porre fine ai massacri e promuovere una pace sostenibile sono passi proattivi di cui si avverte le massima urgenza, adesso e subito. Simili stragi ingiustificate devono finire e solo il governo federale ha il diritto e l’autorità costituzionale per farlo. Ma che invece sembra rimanere indifferente al continuo massacro di cristiani, forse perché al potere c'è un presidente mussulmano.

Ciò che è accaduto a Bokkos appare chiaramente motivato da intenti genocidi, accaparramento di terre, occupazione finalizzata alla conquista. Il governo dello Stato del Plateau dovrebbe continuare a lamentarsi e ad assistere impotente? Il governo federale della Nigeria dovrebbe ridursi a un’entità che si limita a rilasciare dichiarazioni di cordoglio alla stampa senza alcun risultato concreto, mentre la carneficina continua e gli aggressori non vengono mai trovati o perseguiti, finché non si verifica un’altra serie di simili orribili attacchi genocidi?

L’audacia della perversità. Mentre il team presidenziale si recava in visita alla popolazione di Bokkos il 27 dicembre scorso per portare le proprie condoglianze, guidato dal vicepresidente Shettima, due villaggi, Dun e Bodel, sono stati attaccati e diverse case sono state bruciate.

Una missione genocida

Quello che sta accadendo nel Plateau è un ciclo ricorrente di violenza unilaterale, pastori fulani (mussulmani, pastori nomadi per definizione, ma terroristi di fatto), boko-haram (terroristi integralisti che hanno insanguinato la Nigeria per due decenni). Cosa c’è che non va nella mia Nigeria? Perché ci siamo ritrovati con leader che trascurano crimini clamorosi e favoriscono un sistema che avversa la libertà di religione e di credo? Perché la comunità internazionale rimane in silenzio mentre in Nigeria si commettono crimini contro l’umanità senza alcuna remora? Perché i nigeriani non sono uniti nella condanna e in un’azione comune che metta fine al terrorismo in atto nella Middlebelt? Perché la comunità globale è costantemente impegnata a voltarsi dall’altra parte mentre donne e bambini innocenti vengono massacrati, e i colpevoli non vengono accusati e perseguiti e il governo non ha ancora intrapreso passi decisivi per interrompere la carneficina?

La presidenza nigeriana non deve lasciarsi ingannare e credere che quanto sta accadendo nello stato di Plateau sia una situazione “occhio per occhio”. Non lo è! Crederlo significa seguire una narrazione fuorviante che non porterà a nessuna soluzione pacifica radicata nella verità e nella giustizia sociale. La popolazione di Bokkos ha cercato di difendere la propria città, ma è stata sopraffatta da una forza di combattimento che si è presentata con l’intenzione di compiere una missione genocida. Le armi sofisticate utilizzate dovrebbero far preoccupare il governo federale. Come mai armi così micidiali sono arrivate nelle mani di questi assassini che continuano a uccidere senza alcuno scrupolo?

Le forze dell'oscurità

In base ai fatti e alle statistiche disponibili ecco il dettaglio delle persone uccise negli attacchi nei distretti: a Butura 32, una persona ancora dispersa; a Mbar 29, a Mangor 44 con 50 feriti e tre persone ancora disperse; a Mazat 10; a Bokkos 29, a Tangur 6, a Mushere 2. Il numero totale di persone massacrate a sangue freddo la vigilia e il giorno di Natale è attualmente di circa 160 e i conti non sono finiti. Si stima che gli sfollati interni siano circa 5 mila. Otto chiese sono state date alle fiamme. Il dettaglio disponibile indica che sono stati uccisi nelle loro abitazioni 37 donne, 10 bambini e 3 persone con handicap fisici poiché non erano in grado di correre, 110 gli uomini assassinati. In totale sono stati attaccati 25 villaggi con un assalto coordinato in pieno stile militare.

Nel 2019, durante un attacco al villaggio di Waren, nella local goverment area di Barkin Ladi, i pastori Fulani armati avevano minacciato che sarebbe venuto un tempo in cui ai cristiani non sarebbe stato più permesso di celebrare il Natale. Questo caso è forse la prova che stanno realizzando ciò che minacciavano? È necessario indagare in modo accurato e imparziale nella ricerca di una pace e di una giustizia sostenibili come soluzioni per mettere fine a questa insensata carneficina. La Middlebelt sta sanguinando. Può esistere una Nigeria senza la Middlebelt? Può forse Bokkos rappresentare un punto di svolta che consenta alle forze della pace di sconfiggere le forze dell’oscurità in Nigeria? Foundation for Africa continua a sperare che la pace sia possibile non solo nello Stato di Plateau, ma in tutto il paese. Se al mondo interessa interrompere le stragi in Nigeria, faccia sì che gli attacchi dolorosi e ingiustificati contro innocenti e indifesi, come a Bokkos nel giorno di questo Natale appena passato, servano a risvegliare le coscienze per unirsi e salvare vite umane.


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