04 novembre 2013

Schiavitù nel Mondo. Rapporto 2013


Nel mondo ci sono 30 milioni di schiavi, e quasi la metà sono tra l'India e la Cina. Lo rivela il primo "Indice della schiavitù mondiale", compilato dalla fondazione per i diritti umani australiana "Walk Free". L'Italia è il Paese dell'Europa centro-occidentale con il rischio più alto.

Nel mondo sono 29,8 milioni, di cui quasi ottomila in Italia, le persone che vivono in condizioni di "moderna schiavitù'', una condizione che comprende fenomeni come il lavoro forzato e la tratta degli esseri umani.

Diritti umani violati.
Si tratta di persone che subiscono pratiche di tipo schiavistico come la servitù per debito, il matrimonio forzato, la vendita e lo sfruttamento dei bambini, il traffico di umani e il lavoro forzato. Rispetto al numero di casi in assoluto, dopo l'India ci sono la Cina (quasi 3 milioni), il Pakistan, la Nigeria, l'Etiopia, la Russia, la Thailandia, il Congo, il Birmania e il BangladeshIn base alla percentuale sulla popolazione, dopo la Mauritania ci sono Haiti, il Pakistan, l'India, il Nepal, la Moldavia, il Benin, la Costa d'Avorio, il Gambia e il GabonIl Paese con il più basso numero di "moderni schiavi" è l'Islanda, con soli 22 casi.


Italia prima in Europa occidentale.
L'India è il Paese con il più alto numero di casi in assoluto (14 milioni) mentre la Mauritania è quella con la più alta percentuale rispetto alla popolazione, il 4%.

L'Italia ha una stima di 7.919 casi di "moderna schiavitù" su una popolazione di quasi 61 milioni di persone. L'Italia è il Paese dell'Europa centro-occidentale con il rischio più alto ma viene dietro a BulgariaGreciaCroazia e a tutta l'Europa orientale.


I numeri emergono dal primo "Indice della schiavitù mondiale", compilato dalla fondazione per i diritti umani australiana Walk Free.



Alcune parole per definire le moderne schiavitù


Prostituzione coatta o forzata


Approfondimenti
Fonte, RaiNews24 (Articolo)
Il nostro articolo 2011 "Moderne Schiavitù"

Il 2 dicembre 1949 l'Assemblea Generale ONU approva la Convenzione sulla soppressione del traffico di persone e lo sfruttamento della prostituzione.

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