09 gennaio 2019

Nigeria. "Uccidete e rapite solo i cristiani". Il nuovo corso di Boko Haram

Da quando i terroristi islamici hanno giurato fedeltà all’Isis, non attaccano più in modo indiscriminato i musulmani. Le tappe della svolta ideologica.

Campo profughi del nord Nigeria che ospita sfollati in fuga da Boko Haram

Boko Haram è cambiato
È feroce come prima, compie attentati e massacri come prima, opprime la Nigeria nel nome della purezza islamica come prima. Eppure è diverso.

Da quando nel 2015 Abubakar Shekau, il leader del gruppo terroristico succeduto al fondatore Mohammed Yusuf, ha giurato fedeltà allo Stato islamico, Boko Haram si chiama ufficialmente Iswap, Stato islamico nella provincia dell’Africa occidentale. Nel 2016 Shekau è stato sostituito al potere da Abu Musab al-Barnawi, che ha cambiato politica e strategia degli islamisti.

Colpire solo i cristiani
Come fa notare il docente della Georgetown University Jacob Zenn, in un’analisi pubblicata dal portale African Arguments, «Sotto Shekau, Boko Haram dichiarava frequentemente “infedeli” anche quei musulmani che vedeva come obiettivi legittimi di attacchi mortali. Il gruppo ha rapito centinaia di ragazze islamiche e le ha rese schiave. Questo duro trattamento dei musulmani viola gli ordini dello Stato islamico. Al-Barnawi e i suoi alleati hanno preso le distanze da Shekau e dal 2016 hanno generalmente rispettato il comando teologico di non uccidere i musulmani nelle scuole e nei mercati»

Anche l’Iswap, il nuovo Boko Haram, considera una colpa punibile con la morte «lavorare per il governo o per una Ong internazionale o recarsi a votare», ma l’obiettivo principale dei terroristi jihadisti nigeriani sono diventati i cristiani.

«Al-Barnawi (il nuovo capo di Boko Haram) ha seguito la direttiva di rendere schiave solo le ragazze cristiane. Ecco perché, quando l’Iswap ha rapito oltre 100 studentesse a Dapchi, le ha liberate tutte tranne una ragazza cristiana (Leah Sharibu).

A inizio anno, inoltre, ha rapito una volontaria cristiana dell’Unicef e ha ucciso due giovani musulmane della Icrc solo perché avevano collaborato con una Ong “cristiana”»

La svolta ideologica
Il nuovo corso di Boko Haram non è una buona notizia per la Nigeria. I terroristi islamici, infatti, hanno continuato ad attaccare città e caserme dell’esercito.

Negli ultimi mesi, inoltre, la fazione di Shekau (il leader storico di Boko Haram), che si era allontanato dall’Iswap dopo essere stato scalzato dalla leadership e che aveva fondato un nuovo esercito di circa mille uomini, ha stretto un accordo con l’Iswap per porre fine alla guerra fratricida che negli ultimi mesi ha fatto oltre 400 vittime tra i combattenti delle diverse fazioni terroristiche.

A novembre Shekau, che è stato dato per morto almeno una decina di volte, ha pubblicato un nuovo filmato mostrando come lui e i suoi uomini applicano la sharia all’interno di una caserma dell’esercito appena conquistata nello Stato di Borno.

Se i gruppi dei leader Shekau e Al-Barnawi si riunissero di nuovo, Boko Haram potrebbe diventare ancora più violento e letale nei suoi attacchi.

Nel frattempo, la parola d’ordine resta una: colpire solo i cristiani



Lo Stato Islamico della Nigeria
Da alcune settimane Boko Haram tiene sotto controllo una parte del Borno State che comprende cinque città tra cui Baga che all'inizio del 2015 fu praticamente rasa al suolo durante un attacco che provocò almeno duemila vittime.

È di pochi giorni fa la notizia che l'esercito nigeriano sta preparando un attacco in grande stile per liberare le cinque città tornate sotto il controllo degli jihadisti. Notizia che avrebbe dovuto restare segreta ma che il quotidiano nigeriano Daily Trust ha divulgato e per questo è stato chiuso e due dei suoi giornalisti arrestati.

Il prossimo 16 febbraio in Nigeria sono previste le elezioni presidenziali e Muhammadu Buhari, il presidente nigeriano, mussulmano moderato, ha bisogno di una vittoria contro Boko Haram per farsi rieleggere, e lo dimostra la contro offensiva che l'esercito sta preparando.

Nel 2015 Buhari fu eletto presidente della Nigeria proprio grazie alla "promessa" che avrebbe sconfitto i miliziani islamici che hanno devastato le regioni nord-orientali, rapito ragazze, usato bambine per compiere attentati, distrutto scuole e chiese, raso al suolo interi villaggi e provocato 2,7 milioni di profughi. Una promessa mai mantenuta, oggi Boko Haram è forte come prima, e forse più di prima.

Tra il 2015 e il 2016 la coalizione tra gli eserciti di Nigeria, Niger, Ciad e Camerun era riuscita a costringere le milizie jihadiste a fuggire nella foresta di Sambisa, liberando così le città sotto il controllo dello Stato islamico di Nigeria, ma Boko Haram è tornato e si è ripreso il controllo di vaste aree del Borno State, e oggi ha un solo obiettivo, uccidere i cristiani.

Nella regione attorno al lago Ciad, confine tra Nigeria, Camerun, Ciad e Niger, è in atto una gravissima crisi umanitaria che coinvolge oltre quattro milioni di persone al limite della sopravvivenza. In gran parte sono persone in fuga dalle violenze di Boko Haram e le organizzazioni umanitarie hanno un difficile accesso, se non impossibile, proprio per la massiccia presenza delle milizie armate di Boko Haram.


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Articolo di
Maris Davis


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