18 gennaio 2018

Vincere la "tratta" delle nigeriane ai fini dello sfruttamento sessuale è possibile

Basterebbe rimpatriare subito (ovvero appena sbarcate) le ragazze nigeriane. In questo senso c'è un accordo bilaterale tra Italia e Nigeria firmato nel 2016 ma che viene "ignorato". Sottrarre alla fonte le "merce" agli sfruttatori.


Nel 2017 in Italia sono sbarcati 119.247 migranti (fonte UNHCR e Ministero dell'Interno), il 16% sono nigeriani, e la Nigeria è il paese con il più alto numero di migranti in arrivo. Il numero di nigeriani arrivati in Italia nel 2017 è quindi circa 18.000, metà erano donne .. 9.000 donne, ragazze sempre più giovani, 2 su 5 sono minorenni.

L'80% di queste "donne nigeriane" (sbarcate nel 2017) dopo aver fatto l'ormai classica domanda d'asilo ha fatto perdere le proprie tracce, e quasi certamente è entrata nel circuito della prostituzione coatta. Nel 2016 le nigeriane (donne) arrivate in Italia sono state 11.000 e nel 2015 furono 5.300.

Un numero altissimo di nuove schiave che un paese civile come l'Italia non si dovrebbe permettere

Eppure, a causa della burocrazia, a causa di inefficienze nei centri di accoglienza (CARA), o semplicemente perché si continua a considerare queste donne come semplici "immigrate clandestine" senza riconoscere che sono vittime di tratta, questa Italia rende possibile la loro schiavitù.

Alla fine di gennaio 2016 fu firmato un accordo tra Italia e Nigeria, un accordo ancora in vigore che prevede da un lato che la Nigeria faccia più controlli ai confini per impedire la "fuga irregolare" dei sui cittadini e dall'altro il rimpatrio facilitato di cittadini nigeriani dall'Italia. Nell'accordo è previsto anche che la Nigeria si adoperi con strutture adeguate per accogliere i nigeriani rimpatriati.

C'è qualcosa però che non funziona, non ha funzionato, se è vero che un numero altissimo di nigeriani (circa 18.000) è arrivato in Italia comunque e il numero dei rimpatri è al minimo del minimo.

Sempre meglio "povere" in Nigeria che "schiave" in Italia

Per vincere la tratta, e questa è stata sempre la nostra ricetta, è quella dei rimpatri immediati, soprattutto rimpatriare subito le ragazze

Pochissime sono collaborative al fine di scoprire gli sfruttatori e quindi avviarle nei circuiti della protezione sociale. Tante hanno paura, ma è sempre meglio "povere" in Nigeria che "schiave" in Italia.

Togliere la "merce" dalle mani degli sfruttatori, questa è la ricetta, e quindi rimpatri immediati così come già previsto nel trattato bilaterale Italia-Nigeria del 2016.


In questo modo intanto si fermano i nuovi arrivi
Si ottiene che ai trafficanti si sottraggono nuove ragazze da schiavizzare, subito, appena sbarcate, e le ragazze non partiranno più perché sanno che appena arrivate in Italia saranno rispedite in Nigeria e intraprendere un viaggio pieno di rischi per tornare indietro non conviene più e le "promesse" degli sfruttatori non avranno più credito.

È ovvio che gli effetti non saranno immediati, ci vorrà del tempo. Quello che conta è iniziare, e poi perseverare senza se e senza ma. Come per una grave malattia, come lo è lo sfruttamento, è necessaria una cura decisa, forte e continuativa.

Ci sono poi tutte le ragazze sfruttate che già ci sono in Italia, circa 27-30 mila sono le nigeriane, e una legge che punisce i clienti delle prostitute potrebbe essere un grande aiuto per ridurre drasticamente il fenomeno.

Sembra "l'uovo di Colombo", eppure questa "ricetta" trova molte resistenze tra le associazioni che si occupano di immigrati e di tratta, e la ragione è solo economica. Con i rimpatri immediati infatti non ci sarebbero più i finanziamenti destinati a chi accoglie, i famosi 35 euro al giorno e tutto quel giro di denaro pubblico che gira intorno alle centinaia di "Progetti Sprar" e all'accoglienza in generale.

La nostra ricetta è drastica ma necessaria, come è necessario avere coraggio per vincere la tratta, oppure i trafficanti continueranno a navigare indisturbati nel "Mare Nostrum" del nostro egoismo, dei nostri interessi spiccioli, tutto a discapito di ragazze che, se restano in Italia, per l'80% dei casi diventeranno SCHIAVE SESSUALI.


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Articolo a cura di
Maris Davis

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