Il Cara di Mineo in provincia di Catania è la più grande struttura di accoglienza per migranti presente in Europa. Attualmente ospita circa tremila richiedenti asilo, ma può ospitarne fino a 4.500. Più volte al centro di polemiche politiche per le condizioni di vita al suo interno o perché fonte di guadagni illeciti da parte di politici e cooperative.
Oggi il centro è sotto gestione commissariale. Il presidente del Consorzio “Nuovo Cara Mineo”, è Giuseppe Caruso, docente universitario di Economia a Catania, supportato da Giuseppe Di Natale, amministratore delegato del consorzio. A loro si è arrivati dopo una serie di nomine e contro-nomine e di intricatissime vicende. Il Consorzio “Casa della Solidarietà” e la coop “La Cascina”, capofila della RTI vincitrice dell’appalto milionario, finiti nella bufera di Mafia Capitale, furono commissariati il 23 giugno 2015, su proposta del presidente dell'Anti-Mafia Raffaele Cantone e del Prefetto di Catania Maria Guia Federico.
I “BUCHI” DEL CARA. Il 30 novembre 2015, al Cara di Mineo, si è insediata una “Struttura di missione” per la gestione diretta del Cara di Mineo, con il compito di supportare la prefettura nell'attività di controllo e monitoraggio della gestione del centro e, aspetto di particolare interesse, nella predisposizione del nuovo bando di gara.
Responsabile della Struttura è il Viceprefetto Giuseppa Di Raimondo, supportata dal Viceprefetto aggiunto Francesco Milio. Una task force composta dai due prefettizi competenti sulla Struttura, più altre cinque figure, che ha rilevato non poche criticità: sul controllo delle presenze al centro, ad esempio, è stato finalmente ottenuto, dopo un paio di mesi, di regolare l’uscita degli ospiti.
Nei fatti dal Cara di Mineo si esce e si entra a piacimento, anche oggi e senza controlli stringenti
Gli orari di entrata e uscita più stringenti hanno, in qualche modo contenuto, ma non eliminato, il fenomeno del caporalato, «su cui, confessa la Di Raimondo, non so rispondere, perché non faccio parte delle forze dell’ordine. Indubbiamente però esiste. Ce ne accorgiamo. Prima non c’era il divieto di uscire prima delle 8 e alle 6 c’erano già persone che uscivano e andavano a lavorare in nero nei campi. Oggi ci sono macchine che li aspettano alle 8.00-8.30. Indubbiamente questo problema del lavoro in nero c’è. Ci saranno duecento o trecento persone che vanno a lavorare nei campi ci saranno»
I buchi non sono solo fisicamente nella rete. È tutto il sistema di controlli un colabrodo. La task force ha chiesto l’elenco dei fornitori: «Nessuno l’aveva mai chiesto, ammette sconsolata Di Raimondo. A noi hanno fornito l’elenco per tutte le imprese e i vari settori di erogazione di servizi, manutenzione, mensa, Croce Rossa, assistenza e via continuando. Ce l’hanno mandato e noi l’abbiamo mandato alla prefettura per una verifica a campione»
375 dipendenti e un indotto che genera profitti milionari alle spalle dei migranti ospitati. Difficile chiuderlo, troppi interessi locali in ballo
Dal 2015 denunciamo l'insopportabile situazione che si è creata all'interno del Cara di Mineo ormai "preda" di sfruttatori e mafie e dove decine e decine di ragazze (soprattutto nigeriane) sono costrette a prostituirsi, nelle strade adiacenti, a Catania, a Messina, o in altre città dove vengono portate nei weekend ospitate in ville, in festini a base di sesso organizzati da boss locali.
Cara di Mineo, terra di nessuno alla mercé di sfruttatori e mafie - Vai all'articolo - | Viaggio tra i richienti asilo del Cara di Mineo, inferno di Stato - Vai all'articolo - | Tratta delle prostitute africane e caporalato al Cara di Mineo - Vai all'articolo - |
Ci pervengono in continuazione denunce dall'intero sulla degradante situazione della ragazze nigeriane ospiti della struttura di accoglienza siciliana, costrette a prostituirsi perfino al suo interno.
Questa che vi segnaliamo è solo l'ultima, pervenutaci proprio ieri. Una "richiesta di aiuto drammatica" dall'interno della struttura di accoglienza che di seguito trascriviamo così come ci è pervenuta. È in un italiano stentato, ma esplicito nella sostanza.
MARIS PER ME SARA UN LUNGO WEEKEND X CHE QUI A MINEO X LE RAGAZZE SONO I TRE GIORNNI IN CUI VENGONO TRASLOCCATE (portate) IN VARI PAESI XCATAGIRONE,PALERMO ENNA E VIA DI SEGUITO OK MESSE LI DALLA MATTINA ALLA SERA CON UN PANINO E UNA BOTTIGLI ACQUA X 12 ORE OK CIAO
NON E SOLO QUESTO CHE TI O SCRITTO E CHE AL INTERNO DEL CASE IN DOTAZIONE SONO SOGGETTE DURANTE IL WEEKEND A TARDA SERA VENGONO USATE PER INCONTRI DI SESSO FRA UOMINI LOCALI DEL PAESE DA PARTE DEGLI STESSI UOMINI OSPITI RICHIDENTI A SILO CHE CONSTRINGO LE RAGAZZE A PROSTITUIRSI OK POI CENE UNA RAGAZZA CHE AVRA FRA 16/17 ANNI CHE TUTTE LE MATTINE QUANDO LEI VIENE FUORI DAL CARA SARANNO LE 08 DEL MATTINO DEVE INCONTRASI IN UNA CASA ABBANDONATA NON LONTANO DI 400 METRI DAL CARA A FARE SESSO IN MACCHINA E IL RAGAZZO CHE LA ASPETTA X POI FARSI DARE I SOLDI QUESTO E QUELLO CHE SUCCEDE POI DURANTE LA GIORNATA NON DISTANTE 100 METRI SI RADUNANO GRUPPI FRA DONNE E UOMINI CHE SI METTONO LI A FAR CAPIRE CHE PARLANO MA IN VECE LE RAGAZZE ASPETTO CHE IL CLIENTE VENGA A PRENDERLA CONTATTATO TRAMITE WHATSAPP OK MI SONO SPIEGATO MARIS QUESTE SONO LE NOVITA IN VERNALI ORMA L'ESTATE E FINITA OK CIAO
(chi ci scrive è un amico straniero che vive nella struttura di accoglienza e di cui non facciamo il nome per ovvi motivi di riservatezza) - fai girare la nostra denuncia su facebook - |
Risulta chiaro che proprio adesso dentro e fuori il Cara di Mineo esiste un'organizzazione (non sta a me dire chi e come, anche se lo posso immaginare) che costringe le ragazze nigeriane a offrire sesso a pagamento.
Ci chiediamo che fanno le forze dell'ordine che presidiano la struttura, la cooperativa che la gestisce e le associazioni che operano all'interno del Cara di Mineo. Hanno per caso gli occhi chiusi e le orecchie spente su ciò che succede intorno a loro ?? O forse sono tutti complici dello sfruttamento ??
Aiutateci a denunciare, il mondo deve sapere. Perché se le denunce formali non bastano è arrivato il momento che la gente perbene sappia ciò che succede in certi centri di accoglienza italiani, soprattutto al sud Italia.
Giovani ragazze che dopo un viaggio allucinate vengono parcheggiate nello "schifo" dei Cara dove sono preda di mafie locali e mafiosi nigeriani anziché essere avviate nel circuito della protezione sociale così come previsto dal Piano Nazionale Anti-tratta del 2016 oppure semplicemente espulse in base al trattato bilaterale Italia-Nigeria firmato a febbraio 2016. Un modo drastico, certo, ma almeno così non vengono ri-consegnate ai trafficanti e alla mafia nigeriana che le gestisce e le ha fatte arrivare in Italia.
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