Muhammadu Buhari, neo presidente della Nigeria, aveva promesso di sgominare Boko Haram entro la fine del 2015. Mancano venti giorni alla fine dell'anno e Boko Haram sta ancora insanguinando le regioni del nord-est dove nell'ultimo mese ha messo a segno una serie di sanguinosi attentati a Maiduguri. Ha colpito anche oltre frontiera, in Camerun. Che la guerra contro i terroristi di Boko Haram non terminerà presto sono ormai convinti anche analisti e militari nigeriani.
Boko Haram è una spina nel fianco e le mancate promesse del neo presidente nigeriano rischiano di avere conseguenze anche psicologiche, oltre che politiche. Tuttavia sono innegabili i successi compiuti dall’esercito nigeriano negli ultimi mesi.
L’esercito nigeriano ha strappato a Boko Haram vasti territori, liberato villaggi e centinaia di ostaggi. Ma tutto ciò non sembra bastare perché i miliziani islamici usano perfino le bambine per mettere bombe, costringono le ragazze rapite a combattere e a uccidere durante i loro attacchi ai villaggi.
Chi studia, muore. Boko Haram ha distrutto più di mille scuole in Nigeria. Solo quest’anno nella regione del nord-est 1.100 istituti scolastici sono stati distrutti o danneggiati a causa di Boko Haram. A Maiduguri si va in classe due giorni a settimana.
Tra il 2014 e il 2015 Boko Haram ha ucciso più persone dell'ISIS (oltre dodicimila), guadagnandosi lo scettro di gruppo terroristico più feroce del mondo. Ma c’è un’altra vittima illustre dei jihadisti in Nigeria: l’educazione. Solo nel 2015, infatti, e solo nella regione del lago Ciad, attorno al quale Boko Haram combatte senza sosta nel nord della Nigeria, sono state chiuse o distrutte più di 1.100 scuole.
Seicento insegnanti uccisi. Tra il 2009 e l'ottobre di quest'anno i terroristi islamici hanno ucciso più di 600 insegnanti. Boko Haram letteralmente significa “l’educazione occidentale è peccato” e dal 2009 tempesta il nord del paese per cacciare tutti i cristiani e fondare uno Stato islamico. Uno dei primi obiettivi dei jihadisti sono le scuole, colpevoli di insegnare altre materie oltre al Corano e di essere plagiate dai successori dei colonizzatori occidentali.
Docenti in fuga. Oltre a quelli uccisi, altri 19 mila professori sono scappati dalle scuole dove insegnavano a causa della violenza. Migliaia di altri sono stati minacciati, feriti o rapiti. Un insegnante della città di Maiduguri, capitale del Borno State, dove gli attentati si susseguono da anni racconta "È da 20 anni che insegno. Sono sempre spaventato di entrare in classe. La maggior parte dei miei colleghi è stata uccisa o ferita. In città le lezioni si tengono solo due giorni a settimana e quando è periodo di esami contingenti dell’esercito vengono schierati a protezione degli edifici. Un sacco di volte ho pensato di cambiare lavoro a causa dell’insicurezza"
Chiunque può mettere una bomba. Il governo assicura di aver già aumentato al massimo la protezione ma le bombe continuano a scoppiare, magari nascoste tra i vestiti di qualche bambina o di qualche studente "Non c’è un cancello a bloccare l’entrata e nessuna guardia a vedere chi entra e chi esce. Chiunque potrebbe venire dentro e piazzare una bomba". Molti insegnanti nigeriani risolvono il problema della sicurezza rifiutando le proposte di lavoro che vengono dal nord-est del paese dove Boko Haram imperversa.
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