18 ottobre 2015

Aumentato nel 2015 il numero di vittime di "tratta" arrivate via mare

Nei primi nove mesi del 2015 è aumentato in modo esponenziale il numero potenziale di vittime di tratta arrivate in Italia via mare rispetto all'anno precedente. Sono i dati forniti dall'OIM (Organizzazione Internazionale delle Migrazioni).

La Tratta di esseri umani è una delle forme di schiavitù moderna più diffusa del ventunesimo secolo, un reato odioso perché umilia donne e uomini riducendoli alla stregua di vere e proprie merci, "qualcosa" da cui trarre profitto con metodi sempre più crudeli. La tratta è un crimine transnazionale che sconvolge la vita di migliaia di persone ed è causa di inaudite sofferenze.

Dopo droga e armi è il traffico più lucrativo al mondo. Secondo le Nazione Unite muove un business da 32 miliardi di dollari all'anno.

Da qualche mese si osserva un incremento esponenziale di arrivi via mare di donne africane, provenienti in modo particolare dalla Nigeria. Molte di loro hanno caratteristiche e raccontano storie che fanno capire che ci troviamo in presenza di vittime di tratta. Desta preoccupazione in particolare dell’aumento delle ragazze minorenni, che spesso dichiarano di essere maggiorenni perché costrette dai loro trafficanti, che pensano cosi di riuscire a disporre di loro in maniera più libera.

Durante il viaggio dalla Nigeria, che può durare anche diversi mesi, prima attraverso il deserto e poi nei luoghi di raccolta della Libia, le ragazze subiscono abusi, violenze e umiliazioni di ogni genere. Alcune di loro vengono costrette a prostituirsi già nei luoghi di transito (Niger, Mali e Libia) per poter pagare i trafficanti che le faranno passare i vari confini e per poter attraversare il Sahara.

Delle ragazze che riescono ad arrivare in Italia si è notato che una su tre ha problemi psicologici gravi dovuti sia alle violenze subite e alle difficoltà trovate durante il viaggio, sia per l'impossibilità di potersi mettere in contatto con le proprie famiglie perché i trafficanti impediscono loro di avere cellulari, ed infine per il fatto di trovarsi in un paese straniero di cui non conoscono nulla e di cui non capiscono la lingua. Spesso la loro diffidenza anche verso i soccorritori le fanno rinchiudere in se stesse e nelle loro paure. Per queste ragazze il processo di recupero è sempre lungo e difficile.

Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, le donne e le ragazze nigeriane arrivate via mare in Italia a fine settembre 2015 sono state 4.371. L’anno scorso, nello stesso periodo, erano state 1.008. Un incremento del 300%.

Si stima che l’80 per cento delle ragazze nigeriane siano vittime di tratta, molte di loro provengono dalla regione di Edo (Edo State, Benin City) dove vengono adescate e sottoposte a cerimonie woodoo, riti attraverso i quali viene loro imposto un ricatto psicologico, nella convinzione che qualsiasi tentativo di fuga o ribellione dai loro trafficanti causerà sventura e morte per propri familiari rimasti in Nigeria.

Alla luce di questa preoccupante situazione, l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni presenta alcuni suggerimenti volti ad affrontare con rinnovata efficienza questo fenomeno in Italia:

  • Prevedere un rafforzamento della capacità di accoglienza delle vittime di tratta. In particolare di coloro che vengono individuate come tali già al momento dello sbarco. Questo passo consentirebbe di assicurare loro un’immediata protezione alle vittime e di poterle allontanare dagli sfruttatori, spesso a bordo degli stessi barconi. In tal senso sarebbe utile prevedere la creazione di luoghi protetti, delle "case di fuga", dedicate esclusivamente a questi casi.
  • Approvare urgentemente il Piano Nazionale anti-tratta che renderebbe operativa una protezione efficace delle vittime, che comprenda anche l’assistenza legale, psicologica e sanitaria. È particolarmente importante che aumenti anche il numero delle comunità disposte ad accogliere le migranti minorenni.
  • Uniformare l’applicazione del percorso sociale oltre che di quello giudiziario. La legislazione italiana è senz'altro una delle più avanzate in Europa in termini di tutela delle vittime di tratta, prevedendo la possibilità di offrire un periodo di riflessione. Alcune donne infatti non vogliono denunciare immediatamente i loro sfruttatori per paura di ritorsioni contro i loro familiari. Eppure, le ragazze che non denunciano immediatamente i loro sfruttatori hanno più difficoltà ad essere protette. Si tratterebbe quindi di rendere generalizzata l’applicazione di una norma già esistente nella vigente legge, pensata appunto per offrire protezione a tutte le vittime, a prescindere dalla denuncia dei responsabili del crimine.
"Necessario rafforzare il sistema di assistenza e accoglienza per le vittime di tratta e di schiavitù sessuale, le ragazze nigeriane che arrivano in Italia sono sempre più giovani e vulnerabili"

Numero Verde Antitratta
Numero Verde Antitratta nazionale 800 290 290
Dipartimento per le pari opportunità
attivo 24 ore su 24 su tutto il territorio nazionale

La tratta di esseri umani è una delle peggiori schiavitù del XXI secolo. E riguarda il mondo intero. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) circa 21 milioni di persone, spesso povere e vulnerabili, sono vittime di tratta a scopo di sfruttamento:
sessuale,
lavoro forzato,
espianto di organi,
accattonaggio forzato,
servitù domestica,
matrimonio forzato,
adozione illegale,
o altre forme di sfruttamento.
Ogni anno, circa 2,5 milioni di persone sono vittime di traffico di esseri umani e riduzione in schiavitù. Il 60 per cento sono donne e minori e quasi sempre subiscono abusi e violenze inaudite.
La tratta di esseri umani è una delle attività illegali più lucrative al mondo, rende complessivamente 32 miliardi di dollari l’anno ed è il terzo “business” più redditizio, dopo il traffico di droga e di armi.




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