Nude e umiliate, il rito che incatena le ragazze nigeriane alla mafia e le costringe a fare le prostitute. Castel Volturno, costretta a spogliarsi dalla "mamam" e a promettere fedeltà al boss. Il riscatto fissato in 30 mila euro per uscire dalla schiavitù.
Lo straordinario video-documento è stato girato con un telefonino e pubblicato dal Corriere della Sera. Un'arma di ricatto nei confronti della ragazza, da far vedere ad ogni mancanza, ad ogni sgarro, ogni volta che dirà di "no"
Un cerchio fatto con dei lumini che per la ragazza costretta a stare nel centro, diventerà una gabbia. L’hanno fatta spogliare e poi la filmano mentre le fanno ripetere un giuramento che la obbliga a prostituirsi e a raccogliere denaro per il suo "padrone".
È uno dei tanti abusi che le ragazze africane, che le nostre "Ragazze di Benin City" subiscono da parte di esponenti della mafia nigeriana. Il video è stato girato come prova e come arma di ricatto nei confronti della ragazza. Questa ragazza in particolare, era stata fatta arrivare in Italia con la promessa di un lavoro, ma dopo questo "rito" è stata spedita a prostituirsi a Dubai, Emirati Arabi Uniti.
Il Medio Oriente è la nuova frontiera della tratta delle donne africane da parte della mafia nigeriana, che fa arrivare queste ragazze in Italia e poi le smista in Medio Oriente, un mercato ricco, e dove queste ragazze sono costrette ad arricchire qualche "harem" di qualche signorotto locale, un mercato dove le donne sono solo "giocattoli", dove vengono comprate e vendute come "merce", e da dove con ogni probabilità queste ragazze non torneranno mai più indietro.
Quella di inviare alcune ragazze vittime della tratta nei paesi arabi sembra essere una vera e propria scelta.
"Le mandano lì perché in Italia c’è crisi e poi perché hanno paura delle denunce. Qui in Italia le donne sono più tutelate. La mafia nigeriana pensa solo a far soldi e ora ha trovato questo nuovo canale per la prostituzione e lo utilizza. Le ragazze vengono ingannate e portate in Italia, se hanno figli glieli tolgono e le ricattano. Poi le sottopongono a questo giuramento e alla fine le mettono sui marciapiedi italiani o le mandano in Medio Oriente"
In questo caso la ragazza ha inviato da Dubai il documento come richiesta di aiuto a Christopher, un suo amico che vive a Castel Volturno, nel casertano, roccaforte del clan africano. Christopher è un nigeriano che spesso collabora con le forze dell’ordine per arrestare i trafficanti di uomini.
"Mi ha chiesto di aiutarla, di portare il video agli inquirenti perché arrestassero i suoi aguzzini e le restituissero la libertà". Nel video però non si vede in faccia né della "mamam" che le fa ripetere il giuramento, né il pastore della chiesa pentecostale dove la ragazza ha detto che è stato girato il filmato.
"Ho denunciato tutto ma spero di trovare altre prove che li incastrino definitivamente. Credo che a tutti noi faccia bene vedere come la mafia tratta le donne, anche se sono immagini drammatiche. Per loro sono solo merce e in questo video la ragazza viene mortificata, spaventata e trattata come una bestia"
Il filmato è girato con un telefonino e mostra una ragazza lasciata nuda che cerca di coprirsi mentre una voce femminile e crudele le urla di tenere giù le mani. La madame le fa giurare che restituirà il riscatto al suo "padrone" lavorando come prostituta.
"Quanto ti abbiamo addebitato?", chiede la mamam, "Non so, non me lo ricordo", risponde la vittima. "Trentamila euro, questo è il costo che addebito alle mie ragazze. Ora io ne ho 5, tu sei la sesta e andrai a Dubai mentre le altre sono ad Abu Dhabi"
Gli ultimi dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e le Caritas Italiane parlano di circa 1.700 ragazze nigeriane vittime di tratta solo a Castel Volturno costrette a prostituirsi con turni massacranti per soli 10 o 15 euro a "prestazione". In tutta Italia si calcola ce ne siano tra le 27.000 e le 30.000. Le nigeriane rappresentano circa il 35% di tutto il mercato della prostituzione coatta del "bel paese".
Nel video la mamam fa dire alla vittima che lavoro dovrà fare per pagare il suo riscatto e lei imbarazzata quasi non ci riesce. "Dillo in inglese, dici bitch!", le urla. "Giura che non darai problemi al tuo padrone e che non lo farai arrabbiare. Se non lo farai arrabbiare sarà buono con te". A quel punto le chiede dei figli. "Quanti ne hai? Maschio o femmina? Lavora, paga il riscatto e potrai farlo viaggiare e dargli il meglio", le dice in maniera subdola. La ragazza prova istintivamente ancora a coprirsi, annuisce sapendo che non sarà mai libera e che con quel giuramento sta firmando la sua condanna (a morte).
(Corriere della Sera)La nostra Campagna Informativa "Le Ragazze di Benin City" - clicca qui - |
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