13 gennaio 2012

Bambini di Strada nel Mondo.

I bambini di strada nel mondo potrebbero essere tra i 100 ed i 150 milioni ed è verosimile che il loro numero sia in aumento, per la crescita della popolazione globale e dell’urbanizzazione. Potrebbero, perché se i bambini di strada sono tra quelli fisicamente più visibili, dato che trascorrono gran parte del loro tempo in strada, sono per assurdo anche tra i più invisibili, sfuggono alle statistiche, ai censimenti, alle istituzioni, sono esclusi da programmi e politiche statali. La maggior parte delle indagini volte a quantificare le dimensioni globali del fenomeno sono dunque stime, valutazioni approssimative, rese ancor più complesse dall’inesistenza di un consenso internazionale circa la definizione di bambino di strada. La definizione più comunemente utilizzata (Unicef) considera street children i minori per i quali la strada rappresenta la casa e/o la principale fonte di sostentamento e che non sono adeguatamente protetti o sorvegliati. Il concetto comprende i bambini sulla strada (street-working children), che vivono della strada e la sera rientrano a casa, e i bambini di strada (street-living children), che invece non hanno una famiglia o una casa a cui fare ritorno. Una definizione più recente e maggiormente comprensiva, adottata anche dal Consortium for Street Children, considera bambini di strada quelli per cui la strada costituisce il punto di riferimento ed ha un ruolo centrale nelle loro vite. Quello dei bambini di strada è un fenomeno prevalentemente urbano, caratteristico delle grandi città dei Paesi in via di sviluppo ma sempre più rilevante anche nelle periferie e nei centri urbani del mondo industrializzato, a causa soprattutto dei processi migratori.
Povertà estrema, disgregazione familiare, violenza ed abusi sono di norma denominatore comune a tutte le situazioni di allontanamento dei minori che, alla fine, finiscono in strada. Fattori aggravati da accadimenti regionali: guerre civili e pandemia AIDS (Africa), politiche sociali inadeguate e profonde ineguaglianze nella distribuzione del reddito (America Latina), urbanizzazione incontrollata, degrado sociale, crisi economiche e svalutazioni monetarie (Asia), transizioni politiche precarie, incerte e deterioramento delle condizioni di vita (Europa dell’Est). Come altre categorie svantaggiate di minori, i bambini di strada sono vittime, private dei loro diritti fondamentali, primi fra i quali il diritto alla protezione, all’accesso ai servizi essenziali di assistenza sociale e sanitaria, all’istruzione, alle cure della famiglia.
Spesso sono i genitori a mandare i bambini in strada a lavorare, perché possano contribuire al reddito familiare. In altri casi la strada diventa unico rifugio per i bambini che vengono rifiutati, abbandonati dalle famiglie e di quelli che scappano di casa, in cerca di migliori prospettive di vita o in fuga da una vita di violenza e maltrattamenti. Altri bambini che in molte aree del mondo non hanno alternative rispetto alla vita di strada sono gli orfani, i profughi e i rifugiati, i disabili abbandonati.
In strada i bambini anche piccoli, piccolissimi, sono costretti a vivere di espedienti: mendicano, lavorano saltuariamente come lustrascarpe, parcheggiatori, venditori di cianfrusaglie, rubano, frugano nelle immondizie per poi venderne il ricavato, si prostituiscono. E, in strada, i bambini diventano ancora più vulnerabili al rischio di essere sfruttati, abusati, trafficati e suscettibili di diventare vittime della tossicodipendenza e della criminalità. Diverse ricerche condotte a livello internazionale documentano le diffuse e ripetute violenze subite dai bambini senza tetto in molti Paesi del mondo per mano di adulti che li schiavizzano nel lavoro, di trafficanti che li vendono o sfruttano avviandoli al mercato della prostituzione, di autorità preposte alla loro protezione, che li sottopongono a maltrattamenti e soprusi. Le forze dell’ordine sono responsabili di molti degli atti di violenza patiti dai bambini che abitano la strada, pestaggi, torture fisiche e psicologiche, abusi sessuali, estorsioni, arresti arbitrari e pretestuosi il cui rilascio avviene spesso dietro ricompense in denaro o natura. Gli stessi soprusi sono commessi negli istituti di pena giovanili in cui i bambini di strada vengono rinchiusi e detenuti, anche per atti non contemplati come reati dal codice penale. Non di rado la persecuzione culmina nell’uccisione di bambini senza tetto, nel corso di vere e proprie operazioni di pulizia condotte dalle forze dell’ordine o prede delle aggressioni del contesto sociale in cui vivono.
Privati di appoggi affettivi e psicologici, discriminati, socialmente esclusi e brutalizzati, molto spesso da oggetto e testimoni di violenza i bambini che vivono in strada divengono soggetti di violenza. Entrano nelle fila di gang, si organizzano in gruppi, rubano, commettono reati e ripropongono le angherie e le prevaricazioni di cui sono stati vittime. E’ questa la ragione per cui i bambini di strada vengono spesso stigmatizzati dall’opinione pubblica come criminali, soggetti pericolosi da allontanare, non come individui a cui è negata l’infanzia.

La tutela internazionale.
Con la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia gli Stati si sono impegnati a rispettare i diritti dei bambini, senza distinzione di sorta e a prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o altra del fanciullo. Rispettarne i diritti significa anche assicurare le cure necessarie al loro benessere e la protezione dai pericoli, da ogni forma di sfruttamento ed abuso, dalla violenza, dall’abbandono. Un’infanzia vissuta sulla strada, al di fuori dei contesti istituzionali della famiglia, della scuola e di altre reti sociali, è purtroppo tra quelle che più si prestano a negare i dettami prescritti nella Convenzione sui Diritti dell’Infanzia. La condizione del bambino di strada catalizza molte delle problematiche per le quali la Convenzione prevede tutela. Come per altri bambini in situazioni di vulnerabilità ed esclusione, la possibilità di accedere a programmi di scolarizzazione può rappresentare occasione di conoscenza attraverso cui promuovere consapevolezza, integrazione e migliori prospettive di vita. Educazione come diritto e come strumento di riscatto.

Dolce bimbo nel tempo, tu che conosci la linea tra il bene e il male, tu che vedi il cieco mondo che spara pallottole, non prendere esempio da chi ti ha sottomesso e continua a dirti che sei stato cattivo. Dolce bimbo nel tempo, vola incontro ai tuoi sogni ♥
(Child in Time, Deep Purple)


Messico: La Storia di Marisol (Video)


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1 commento:

  1. voi chi siete ??una fondazione? fondazione di cosa non fate altro che vivere sopra le spalle di chi veramente lotta...questo video e anche questo vostro???? ma vergognatevi

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