23 ottobre 2017

Allarme Unicef. Tre milioni di bambini nigeriani senza accesso all'istruzione primaria

L'Unicef denuncia che oltre il 57% delle scuole del nord-est del paese africano è chiuso a causa della rivolta di Boko Haram. Alla grave situazione scolastica si aggiungono anche problemi di natura sociale e sanitaria per i minori di 5 anni.


Molti bambini in Nigeria rischiano di rimanere senza istruzione. L'allarme arriva dall'Unicef che in una nota diramata a fine settembre ha denunciato come la crisi causata dalla rivolta di Boko Haram, nel nord-est del Paese abbia comportato la chiusura di oltre il 57% delle scuole nel solo Stato di Borno.

Una crisi sociale
Secondo quanto denunciato dall'Onu per l'infanzia, nel Borno, lo Stato maggiormente colpito dall'organizzazione terroristica jihadista legata all'Isis, molti bambini non potranno prendere parte all'anno scolastico già iniziato. Nel suo documento, l'Unicef ha inoltre ricordato come dal 2009 in tutto il nordest della Nigeria “oltre 2.295 insegnanti sono stati uccisi, 19.000 sono stati costretti a fuggire, e circa 1.400 scuole sono state distrutte”. E le scuole "non distrutte", stando al racconto dei responsabili Onu sul campo, non possono riaprire a causa di ingenti danni o perché si trovano in aree ancora poco sicure.

2.295 insegnanti sono stati uccisi, 19.000 sono stati costretti a fuggire, e circa 1.400 scuole sono state distrutte

Tre milioni di bambini senza istruzione
Sono cifre allarmanti quelle rese note dall'Unicef, che stima in tre milioni il numero dei giovani che hanno bisogno di supporto dell'istruzione. “I bambini nel nord-est della Nigeria stanno vivendo tanti orrori”, ha dichiarato Justin Forsyth, vice direttore dell'Unicef, al termine di una missione di tre giorni a Maiduguri, l'epicentro della crisi nel nordest. “In aggiunta alla terribile malnutrizione, alle violenze e all'epidemia di colera, gli attacchi contro le scuole rischiano di creare una generazione perduta di bambini, minacciando il loro futuro e quello di un intero territorio

L'azione dell'Unicef in Nigeria
Nel mezzo di questa situazione disperata c'è ancora una piccola parte di bambini che pur vivendo nei campi profughi del Borno, riescono attualmente a ricevere un'istruzione per la prima volta nella loro vita. Si tratta degli sfollati che vivono nel campo di Muna Garage, nella periferia di Maiduguri, dove circa il 90% degli studenti si sono iscritti a scuola per la prima volta. “Nei tre stati maggiormente colpiti nel nordest della Nigeria, l'Unicef e i suoi partner hanno registrato le iscrizioni a scuola per quest'anno di circa 750.000 bambini, aprendo oltre 350 spazi temporanei per l'apprendimento e distribuendo circa 94.000 kit scolastici, che aiuteranno i bambini a ricevere un'istruzione

Un milione di bimbi sfollati
L'Unicef ha infine ricordato come, ad oggi, si contano circa un milione di bambini sfollati a causa di Boko Haram e della conseguente crisi umanitaria. Per 450mila di loro, nella fascia d'età sotto i cinque anni, si prevedono gravi problemi di salute legati a una acuta malnutrizione. All'interno del conflitto, dall'inizio del 2017 ad oggi, sono stati utilizzati circa 100 bambini come bombe umane. Una tecnica dei guerriglieri che ha contribuito a creare un clima di diffidenza fra le comunità del nordest.

La crisi umanitaria ha causato anche un'epidemia di colera che ha colpito oltre 3.900 persone, fra cui oltre 2.450 bambini. I programmi d'emergenza salvavita dell'Unicef nel nord-est della Nigeria sono ancora sotto finanziati. A soli tre mesi dalla fine dell'anno, manca il 40% dei fondi necessari per il 2017. Ciò non impedisce al Fondo di continuare a lavorare per la ricostruzione delle scuole e per la formazione degli insegnanti in vista di un'attesa riforma del sistema scolastico.

L’educazione occidentale è proibita. In Nigeria il problema di Boko Haram non ha ancora trovato una soluzione


Duemila ragazze e donne ancora prigioniere
Si stimano in duemila le ragazze rapite e ancora prigioniere di Boko Haram. Wolfgang Bauer, scrittore e giornalista tedesco, ha intervistato settantadue giovani donne rapite da Boko Haram e riuscite a fuggire. Gli ostacoli alla reintegrazione sociale sono di varia natura: psicologica, antropologica e di sicurezza interna.

Oltre al trauma personale, spiega Bauer, il ritorno alla vita quotidiana è reso difficoltoso dal persistere di credenze animistiche in Nigeria, che inducono parte della popolazione a credere che, dopo essere stata ostaggio dei miliziani, la donna possa essere portatrice di demoni maligni.

Esiste poi la paura che alcune di esse possano essersi effettivamente radicalizzate durante la prigionia, trasformandosi a loro volta in terroriste. Il rapimento delle donne a fine schiavistico da parte dei terroristi è sistematico.

Diversa la sorte degli uomini che invece vengono uccisi. Per lo scrittore le origini profonde del successo di Boko Haram risalgono a un diffuso revanscismo verso il colonialismo occidentale, che ha distrutto l’egemonia dei gruppi tribali che si era espansa fino alla Libia.

C'è una differenza economica enorme tra le zone residenziali delle grandi città nigeriane del Sud della Nigeria e le aree del nord-est del paese, zona di influenza di Boko Haram



Articolo a cura di
Maris Davis

Condividi su Facebook


Nessun commento:

Posta un commento

Ci è sempre gradito un tuo commento. Grazie

In Nigeria non si può più essere cristiani

Bambini e neonati uccisi, donne e disabili massacrati, case incendiate. Racconto della strage di Natale per mano dei pastori...