25 novembre 2018

Stupro, abusi e libertà negate. I dati della violenza contro le donne

Nel mondo una donna su tre ha conosciuto da vicino la violenza.


In Italia, la maggioranza degli stupri è opera del partner e quando una donna viene uccisa, nell’80% dei casi è per mano di un cittadino italiano.

"È una causa di morte e menomazione tanto forte quanto il cancro, e genera più danni alla salute degli incidenti stradali e della malaria messi insieme. Una vera piaga sociale che continua a rappresentare un ostacolo nel percorso verso la parità, lo sviluppo e il rispetto dei diritti umani di donne di tutte le età"
(Le Nazioni Unite si esprimono così, senza mezzi termini, sulla violenza contro le donne)

Un dramma dalla portata enorme, che non lascia privo di macchia alcun paese al mondo. Superarla è uno degli obiettivi fondamentali per lo sviluppo sostenibile dell'Onu eppure ancora oggi, nell'anno in cui persino il premio Nobel per la pace è in prima linea contro gli abusi sessuali. Sono complici la paura, la vergogna, lo stigma e, molto spesso, l’impunità del colpevole, chi la subisce lo fa il più delle volte in silenzio.

Un tentativo di infrangere questo silenzio è quello di #HearMeToo, ascolta anche me, lo slogan della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2018. Invita ad alzare la voce contro le botte, le molestie, gli abusi sessuali e non, il femminicidio, lo stalking.

Le iniziative si protrarranno poi per 16 giorni, cioè fino al 10 dicembre (Giornata mondiale dei diritti umani), e puntano a smuovere coscienze, istituzioni, scuole, università, squadre e membri della società civile e a fare scudo perché, una volta per tutte, si faccia un passo avanti.

Perché i numeri delle vittime, nonostante gli appelli e gli sforzi compiuti finora, sono allarmanti. Nel mondo, e anche in Italia.


Le donne vittime di violenza nel mondo
Una su tre. È questo il dato che rappresenta le donne che prima o poi, nel corso della vita, subiscono una forma di violenza, sia essa fisica o sessuale. L’artefice, la maggior parte delle volte, è il partner.

A livello globale, circa un terzo delle donne che sono impegnate in una relazione ha vissuto una qualche forma di violenza da parte del proprio compagno. Indagini condotte tra il 2005 e il 2016 in 87 paesi riportano che il 19% delle donne e delle ragazze tra i 15 e i 49 anni rivela di aver subito violenze fisiche o sessuali da parte del partner o ex partner.

La percentuale di donne vittime di violenza varia sia all'interno dei paesi, sia attraverso le varie regioni del mondo. In Europa, dove nella maggior parte dei paesi che hanno dati disponibili si registra una prevalenza inferiore al 10%, i valori sono i più bassi rispetto alle altre aree geografiche.


Se consideriamo invece tutte le vittime di omicidio a livello globale, una donna su due viene uccisa dal proprio compagno o da un membro della famiglia.

Tanta violenza ma poche denunce
Nonostante il tasso di abusi e molestie sia elevatissimo, sono poche le donne che reagiscono facendosi sentire ufficialmente con segnalazioni e denunce, soprattutto le più giovani.


Tra le ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni, per esempio, ci sono quasi 15 milioni di persone che sono state costrette almeno una volta a rapporti o altre pratiche sessuali. Il "violento", nella maggioranza dei casi, è ancora una volta il fidanzato, il partner, il marito o l’ex. Dalle informazioni rilevate in una trentina dei paesi in tutto il mondo, solo l’1% di esse si affida poi a un professionista per riprendersi (dati Unicef 2017).

Anche tra le donne più adulte la fatica a denunciare è grande. Nei paesi sottoposti a indagine, meno del 40% delle donne vittime di violenze chiedeva una qualche forma di aiuto, tanto meno a organi come la polizia (solo il 10% di queste) e altre istituzioni o a un medico.

Libertà negate
La violenza non ha però solo la forma delle percosse, dello stupro, dell’omicidio. Si misura anche nel soffocamento della libertà individuale.

Per esempio, uno degli indicatori per inquadrare la situazione delle donne sul piano globale è la misura del potere decisionale sulla propria vita sessuale, intesa anche come scelta dei contraccettivi e gestione indipendente della propria salute intima. Si stima che nel mondo solo il 52% delle donne coniugate o impegnate in una relazione abbia voce in capitolo su tali questioni.


Un altro indicatore che possiamo considerare è la percentuale di spose bambine
Ragazze giovanissime, spesso ben al di sotto dei 18 anni, che vengono forzate a sposarsi con uomini adulti. Si tratta di una pratica in calo negli ultimi anni, ma che rimane consistente, tanto che si calcola che oggi, nel Mondo, vi siano 650 milioni di donne sposate prima di aver raggiunto la maggiore età. Su questo fronte, secondo le Nazioni unite, difficilmente vedremo risultati incoraggianti entro il 2030, soprattutto nelle regioni dove l’usanza è più diffusa, come l’Asia meridionale e l’Africa Sub-sahariana.




Articolo di
Maris Davis


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