27 giugno 2018

Cattolici, Salvini e l'onda razzista. La doppia faccia di tanti italiani

Detesto le politiche migratorie del ministro dell’interno Matteo Salvini e chi mi conosce sa che noi di Foundation for Africa ci troviamo su posizioni opposte a quelle del neo-ministro dell'interno e dei neo-razzisti italici.


Siamo in tanti a detestare questo "nuovo" che avanza, questo modo di agire subdolo e cinico sulla pelle di poveri cristi che non hanno fatto nulla di male ma sono solo alla ricerca di un "mondo migliore", siamo in tanti ma non abbastanza.

Più volte espresse le mie idee, e non da ieri, basta leggere quello che da sempre scrivo. Ritengo inaccettabile la chiusura dei porti italiani alle navi dei migranti, in palese violazione delle convenzioni internazionali in materia di soccorso di cui anche l’Italia è firmataria. E considero pericolose le parole ostili nei confronti degli stranieri, sovente sulla bocca del ministro, che altro non fanno che alimentare xenofobia e odio razziale.

Sono consapevole che l’onorevole Salvini raccoglie un ampio consenso popolare. E il suo successo elettorale, ancora sostenuto, secondo i sondaggi, dalla maggioranza dei cittadini italiani, non sarebbe stato possibile senza l’adesione di molti cattolici. Lui stesso si professa cattolico praticante. E per dimostrarlo non ha esitato, in piena campagna elettorale, a esibire il rosario e a giurare sul Vangelo.

A me pare però impossibile conciliare le politiche "salviniane" anti-immigrati con la posizione di Papa Francesco, che non smette di invitare i credenti ad «accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati» (14 gennaio 2018, Messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato).

Sono tanti i credenti che ascoltano e mettono in pratica l’insegnamento del Papa. Lo dimostra la schiera di volontari e volontarie che operano in migliaia associazioni e offrono un servizio di assistenza agli stranieri. Ma è fuori dubbio che esiste una spaccatura interna alla Chiesa.

Una Chiesa divisa, per così dire, fra chi sposa i cosiddetti valori “non negoziabili” di vita, famiglia e libertà di educazione, e chi aderisce agli ideali sociali di aiuto ai poveri, di lotta alle disuguaglianze, d’inclusione sociale, di accoglienza dei migranti. Spaccatura che si respira non solo tra i fedeli, ma anche tra il clero, nelle parrocchie.

In sintesi, c’è sì una fede condivisa in Gesù Cristo, ma che spacca e si divide in fronti contrapposti quando si affrontano le questioni sociali. Sono convinta del dovere di ogni cittadino e cristiano di soccorrere e accogliere chi fugge da guerre, dittature e miseria. Non intendo assolutamente vestire i panni di Caino («Sono forse io il custode di mio fratello?»). E sono consapevole che in una stagione come quella che stiamo vivendo, il desiderio di sicurezza prevale sulla garanzia dei diritti.

Ma a farne le spese sono sempre gli ultimi. Anche se è doveroso lo sforzo di comprendere le ragioni delle paure e delle chiusure di chi grida all’«invasione degli immigrati» e «non possiamo accoglierli tutti». Che potrebbero cambiare idea se solo si ponessero in ascolto di chi ha sperimentato sulla propria pelle gravi violenze per inseguire il sogno di una nuova vita.

"Invasione degli immigrati"
Questo slogan in bocca a Salvini e ai suoi sostenitori è palesemente falso. Invasione, un termine che alimenta paure e insicurezze. Falso nei numeri, come dimostrano quelli dello stesso ministero dell'interno di cui oggi Salvini è il "capo-banda"

Negli ultimi anni la presenza straniera è rimasta stabile, se si eccettua un effettivo aumento nel biennio 2014-2015, con lo scoppio delle crisi libica e siriana.

I migranti arrivati nei primi 6 mesi del 2018 (14.441) sulle coste italiane sono quasi il 78% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017 (64.033).

Gli stranieri residenti sono poco più di 5 milioni (su oltre 60 milioni di cittadini italiani), i richiedenti asilo (2017) 186.658 e i rifugiati 167.335.

Numeri che ridimensionano il fenomeno, ma insufficienti a cambiare la testa e l'ipocrisia di molte persone, di troppe persone.

"Ecco quanti migranti stanno arrivando nel 2018. E non sembra un'invasione"

Ho sempre detestato gli ipocriti
Chi conosce la mia storia personale sa che ho passato la mia giovinezza in stato di schiavitù sessuale, fui portata in Italia dalla mafia nigeriana nel lontano 1995, una storia simile a quella di tantissime ragazze nigeriane anche di oggi, ragazze costrette a prostituirsi sulle strade di questa Italia.


Ho guardato l'ipocrisia in faccia, l'ipocrisia dei "clienti" italiani che si dicevano cattolici ma poi venivano a cercare me, prostituta-schiava, e mi raccontavano di avere mogli e figli a casa, di avere una fidanzata, che frequentavano le Chiese, gli oratori, le parrocchie. E solo io so quanto ho detestato quei "clienti"

Ma oggi, a distanza di quasi venti anni dai miei fatti privati, non è cambiato nulla. Oggi sono una mediatrice culturale e ascolto i racconti di tante ragazze nigeriane che potrebbero essere mie figlie. Italiani e cattolici, "clienti", stessa ipocrisia. Dopo essere andati in Chiesa e magari aver dato un bacio alla moglie vanno cercare quella ragazzina-schiava che per 10 euro le faccia un pompino, magari con contorno di palpeggiamenti e leccate di figa. Quanto odio ancora questi clienti "cattolici"

E il Papa mi da ragione. Nell'incontro con 300 ragazzi all'apertura del pre-Sinodo dei giovani di marzo ha denunciato quei cattolici che vanno a prostitute. “Chi va con le prostitute è un criminale, tortura le donne

L'ipocrita è un tizio che mostra a tutti il suo lato perbenista, ligio alle regole, al dovere sociale e dall'altro lato si comporta in modo abbietto e subdolo. Il suo comportamento è alla stregua di quello di un traditore.

Questione migranti e clienti di prostitute, quanta ipocrisia in questi "cattolici" italiani che finalmente mostrano la loro doppia faccia.

Io proprio per questo NON ho mai voluto diventare cattolica e mi tengo la mia cultura animista profonda della Nigeria del Sud

In questi giorni ho pensato molto, ho perfino pianto per questa onda xenofoba che avanza nell'indifferenza di troppi. O forse nell'ipocrisia di troppi.

Ho raccolto i pensieri per capire se esiste qualche giustificazione all'abbandono di navi cariche di donne incinta, bambini, persone che hanno sofferto nelle prigioni libiche, gente che per arrivare in un "mondo migliore" ha sfidato il deserto. Ma NON c'è nessuna giustificazione per chi, con la forza del suo potere, mette la politica al di sopra della vita umana.

Il ministro Toninelli ha detto che ci pensa anche di notte a quei bambini. La solita ipocrisia che mette la "politica" al di sopra di ogni umanità. Un pericoloso ritorno al Medioevo.

Certo, l'Italia ha ottenuto le attenzioni del mondo, anche dell'Europa, ma a quale prezzo. Un prezzo pagato alla sofferenza di chi voleva semplicemente cercare un "mondo migliore" in cui vivere.

Un prezzo che non pagano solo i nuovi migranti, quelli che oggi l'Italia NON vuole nemmeno sapere chi sono, come si chiamano, da dove vengono, ma è un prezzo che paga anche chi come me è qui, in questa Italia da una vita, e che ha sempre voluto integrarsi.

Il populismo, il popolo, NON capisce, NON sa distinguere il nero da un altro nero, basta che sia nero per bestemmiare alle sue spalle e dirle "Torna a casa tua", senza conoscere e senza sapere che questa è già "casa mia"

Ho pianto, si ho pianto per questa puzza che sento. Ho pianto per questa "nuova" Italia che è finalmente riuscita ad attirare su di se l'attenzione del mondo, ma con la vergogna della "disumanità" più odiosa, nel disprezzo di quel Vangelo su cui qualcuno ha perfino giurato.




Articolo a cura di
Maris Davis


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