20 aprile 2018

Jasmine, gli occhi grandi in un volto esile

Jasmine aveva appena tredici anni quando prese la via del mare. Le avevano detto che in Europa l’attendeva l’uomo della sua vita. Non vedeva l’ora di raggiungerlo.


Ma le motovedette libiche intercettarono il barcone su cui viaggiava. Un anno dopo era di nuovo a casa, in quella città della Nigeria che si chiama Benin City e vende corpi di ragazze all'industria del sesso del Vecchio Continente.

È ripartita poco dopo, ostinata a salvare la sua famiglia dalla miseria. Era quello che le ripeteva suo padre.

Tutto organizzato con un’amica di famiglia. Purtroppo lungo la via un altro imprevisto: altro rientro. Ma Jasmine era talmente determinata e, con la benedizione del padre, un'altra partenza. Per assicurare il viaggio, un conoscente chiede 20.000 euro. L'euro è una moneta che non conosce ma lei pensa che il valore dell'euro non sia poi troppo diverso da quello dei naira della sua Nigeria, e così pensa che non è poi così tanto. Ventimila naira equivalgono a poco più di 45 euro.

Ancora una volta, tutto organizzato: attraverso il deserto fino alla Libia. Questa volta il gommone prende il largo e varca il limite territoriale. Mentre comincia a sgonfiarsi arrivano i soccorsi. La portano in Italia, nel “percorso di asilo

Tutto organizzato: chiama il numero di telefono che ha in tasca e si dilegua presto dal Centro di accoglienza straordinaria che la ospita.

Per ripagare i soldi del viaggio, di cui ignorava il valore, la sua mamam la costringe a prostituirsi per due anni. Chissà se suo padre lo sa.

La sua piccola perla non ha salvato la sua famiglia, ha distrutto solo se stessa. Anzi, è stata distrutta

Da mesi è in trattamento psichiatrico. Gli occhi, grandi grandi, sono velati di paura, e non vedono la fine del tunnel. Una vita giovanissima, già spezzata.

Chi si indigna? In pochi, penso, ma noi proprio per questo continuiamo a parlarne e a rilanciare l’invito "No alla tratta"

Conobbi Jasmine alcuni mesi fa, per lavoro, in uno di quei posti che noi operatrici culturali che lavoriamo con queste ragazze, chiamiamo case sicure. Luoghi dove ragazze come Jasmine si nascondono ai loro "carnefici" che non smetteranno mai di cercarle. Gli sfruttatori non permetteranno a nessuno di "sottrarre" le loro galline dalle uova d'oro. Una ragazza giovane può fruttare ad una "mamam" 5-600 euro, fino a mille e più euro alla settimana, che moltiplicati per il numero di settimane in un anno e per il numero di ragazze sotto il loro controllo fanno centinaia di migliaia di euro.

Gli sfruttatori di Jasmine sanno che, anche Jasmine, una volta che sarà guarita dalle sue paure e dai suoi incubi potrebbe anche fare i loro nomi e denunciarli, ed è per questo che i suoi sfruttato non smetteranno mai di cercarla.

Di Jasmine ho ammirato la sua determinazione .. a partire. Per due volte i libici l'hanno presa e riportata in Nigeria. La terza volta è riuscita ad arrivare in Italia dove si sono infranti i suoi sogni. Un "viaggio" di 4 anni che ha distrutto la sua adolescenza.

La questione delle migrazioni sembra essere diventata un banco di prova importante delle politiche europee e nazionali.

In tale contesto il fenomeno migratorio è cruciale per il futuro dell’Italia e occupa spazi sempre più rilevanti all’interno del dibattito pubblico, e lo sarà ancor di più in vista delle scadenze elettorali. Per questo, riteniamo fondamentale creare occasioni di confronto schiette e costruttive, grazie alle quali gli schieramenti politici che si candidano a governare il Paese possano prendere impegni chiari e precisi nei confronti dell’opinione pubblica.

In quest’ottica, Il presupposto è quello di uscire dalla logica emergenziale per ripensare il fenomeno migratorio con progettualità.

La campagnaEro straniero, l’umanità che fa bene”, lanciata in aprile 2017 per cambiare la legge Bossi-Fini e conclusasi a ottobre con oltre 90mila firme raccolte, ha confermato che esiste una forte domanda di informazione, di senso e di risposte concrete.



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Articolo di
Maris Davis

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