19 ottobre 2017

Passata nell'indifferenza la Giornata Europea contro la Tratta

Ieri è passata nell'indifferenza generale la Giornata Europea contro la Tratta di esseri umani.


A testimoniarne invece l'importanza sono le strade delle nostre città. Molti marciapiedi sono affollati da donne, ragazze, anche minorenni, il più delle volte costrette a vendere il proprio corpo su cigli intasati da automobilisti che si fermano, contrattano, caricano e poi fanno come se niente fosse.

Molte regioni italiane su questo fronte ha messo in campo energie e risorse per essere un aiuto concreto a quelle donne che sono costrette a vivere quotidianamente un incubo e che cercano un appiglio per uscirne. Quell'appiglio può essere la consapevolezza delle proprie capacità e aspirazioni che necessariamente passano dal superamento del senso di impotenza e sfiducia, e possono condurre alla costruzione di un percorso lavorativo alternativo.

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Dal febbraio 2016 è legge il "Piano Nazionale Antitratta" ma parallelamente si devono mettere in campo progettualità che vadano a integrare il sistema di emersione della tratta anche attraverso un'attiva collaborazione tra istituzioni, a partire dai presidi ospedalieri e consultori che miri ad "agganciare" potenziali vittime di tratta nel momento in cui si rivolgono ai servizi sanitari. Scontato il coordinamento necessario con le forze dell'ordine.

Questo però è solo un tassello del lavoro che le istituzioni stanno portando avanti, ma è pressoché inutile se la società civile non scenderà in campo. Potremo pensare di ingaggiare una vera e propria lotta allo sfruttamento sessuale solo il giorno in cui ognuno di noi non volterà lo sguardo da un'altra parte dopo aver incrociato una vittima di tratta, solo quando i "clienti" delle prostitute verranno puniti così come prevede la legge sulla prostituzione attualmente ferma in Parlamento.

C'erano le donne albanesi, poi le romene e oggi ci sono le nigeriane. Passano gli anni, cambiano le epoche e mutano anche le nazionalità di donne che vendono il proprio corpo sotto ricatto o per evitare le botte. Figlie di una storia che le vede costrette per un motivo o per l'altro a scappare dal proprio Paese, a essere discriminate per la propria origine e infine a essere gettate in pasto al desiderio maschile.

"Nessun individuo potrà essere tenuto in schiavitù o servitù. La schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma" .. (Art. 4 Dichiarazione universale dei diritti umani)

Nei 2016 è aumentato in modo esponenziale il numero di vittime di tratta arrivate in Italia via mare rispetto all'anno precedente. Solo le donne e le ragazze nigeriane arrivate via mare in Italia a sono state 11.000 contro 5.600 del 2015. Sono già oltre 7.000 quelle arrivate fino ad agosto di questo 2017.

Due su cinque sono minorenni, l'80% quasi certamente diventeranno "schiave sessuali"

La politica non potrà mai veramente contrastare la "Tratta di esseri umani" senza una pena adeguata per chi usufruisce di servizi sessuali da donne vittime.

Ancora più grave se si finge di non sapere che spesso la donna che si sta "comprando" è minorenne, e ciò costituisce reato.


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Articolo a cura di
Maris Davis

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