27 aprile 2015

Boko Haram in Camerun, drammatico resoconto delle violenze

Diocesi di Maroua-Mokolo, Camerun
Teschi umani per strada. Drammatico resoconto delle violenze di Boko Haram in una diocesi del Camerun "Ci sono oltre 70 mila sfollati, 2.000 bambini rapiti, ogni giorno i miliziani ci attaccano".

Tutto il mondo è abituato ad associare Boko Haram alla Nigeria. Il gruppo di terroristi islamici è nato nel paese più popoloso dell’Africa nel 2009 ma ormai non si limita più ad infestare il territorio nigeriano. "Ciò che è successo a Parigi durante gli attacchi a Charlie Hebdo noi lo sperimentiamo ogni giorno, eppure ancora nessuno nel mondo si accorge di noi". Così ha dichiarato ad Aid to the Church in Need il vescovo camerunense Bruno Ateba.

Bambini e bambine rapite
Duemila bambini e bambine rapite. Nel nord del Camerun, paese confinante con la Nigeria, solo dall'inizio del 2014, non meno di 2.000 bambini, bambine e ragazze sono state rapite da Boko Haram. Altri ragazzini, tra i 5 e i 15 anni, sono stati invece assoldati come "bambini soldato". Molti bambini vengono "venduti" dalle stesse famiglie in cambio di denaro.

IMAM sgozzati. Non solo la popolazione cristiana è stata colpita, ma anche molte moschee sono state bruciate e tanti Imam sono stati decapitati solamente perché si sono rifiutati di obbedire agli ordini dei Boko Haram. Inoltre, più di 110 scuole e 13 cliniche sono state chiuse a causa degli attacchi, molte stazioni di polizia sono andate distrutte.

Profughi nei pressi del lago Ciad
55.000 persone in fuga. I continui attentati hanno causato la fuga dai villaggi di 55 mila persone solo nella diocesi di Maroua-Mokolo. Di questi, alcuni provengono anche dalla Nigeria. Altre 22 mila persone, invece, vivono nascosti nella boscaglia e non vogliono fare ritorno alle loro case per paura di nuovi attacchi.

Teschi umani per strada. L’area più colpita è quella di Amchidé, dove l’intera comunità è fuggita. La cappella del luogo è stata bruciata e lungo le strade, secondo testimoni "giacciono teschi umani"

Ecco perché il vescovo camerunense Bruno Ateba lancia un appello "Abbiamo bisogno della vostra attenzione e delle vostre preghiere. Aiutateci a porre fine a questa brutalità senza nome, che sta distruggendo ogni speranza per il futuro per i giovani e vanificando gli sforzi per una civile convivenza tra cristiani e mussulmani nella regione".

Foresta di Sambisa. L’esercito del Camerun, insieme a quelli di altri paesi africani, combatte contro Boko Haram a fianco dei soldati nigeriani da febbraio, quando è stata lanciata un’offensiva nel nord della Nigeria per riconquistare le città occupate dai terroristi.

Decine di città sono state riprese, e da pochi giorni l’aviazione ha iniziato a bombardare la foresta di Sambisa, che si crede sia l’ultima roccaforte di Boko Haram. È in atto un'offensiva anche via terra nella foresta degli eserciti congiunti di Niger, Nigeria, Ciad e Camerun.

Nella foresta potrebbero anche essere tenute prigioniere molte delle oltre 2.000 ragazze rapite tra il 2014 e il 2015 e ancora nelle mani dei terroristi. Nella foresta di Sambisa potrebbero essere ancora tenute prigioniere anche le oltre 200 ragazze rapite a Chibok più di un anno fa.

Tuttavia è ancora presto per dire che Boko Haram è vinto, visto che già in passato città tornate all'esercito sono state poi di nuovo attaccate dai jihadisti. Boko Haram, inoltre, costretto ad abbandonare il territorio nigeriano sta compiendo incursioni sempre più frequenti sia in Niger che in Camerun e ha minacciato più volte anche "rappresaglie" in Ciad.


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