25 febbraio 2014

Schiave del sesso, un business da 5 miliardi di euro

Il traffico
Settantamila ragazze, due su tre è straniera, due su cinque è minorenne, nove milioni di clienti, un giro d'affari di 5,6 miliardi di euro all'anno. Sono i numeri dell'industria della prostituzione in Italia. Dietro a tutto questo una costellazione di mafie internazionali che modificano continuamente flussi, piazze e sistema di alleanze.

Ma al di là delle stime una cosa è ormai certa, la tratta di esseri umani, secondo il Copasir, il comitato parlamentare di sicurezza, alimenta un mercato illegale che per volume d'affari è dietro solo al traffico di stupefacenti e di armi.

La fabbrica delle lucciole. In Serbia o a Cipro ci sono le "scuole" dove vengono addestrate alla prostituzione ragazze che arrivano dall'Estremo Oriente, dai Paesi dell'ex Unione Sovietica o dai paesi dell'Europa dell'est. In questi luoghi le ragazze vengono stuprate e violentate "ripetutamente" per giorni e giorni. Vengono fornite di cellulari con schede e numeri protetti, costrette ad operazioni per inserire microchip sottopelle per poter essere controllate ed evitarne la fuga - Il nostro articolo sulle ragazze rumene -

Alla fine l'asta e vendute al miglior offerente in Italia o nei paesi balcanici. Nuove piazze del sesso a pagamento, dalle strade ai night club, passando per i centri massaggi, e perfino alle sale Bingo. Proprio le sale Bingo, l'ultima scoperta.


Ragazze nigeriane
In strada però restano per lo più le nigeriane e alcune rumene, tra di loro moltissime minorenni - leggi - In strada lavorano di più e guadagnano di meno.

A differenza di altre mafie internazionali, quella nigeriana gestisce tutto l'iter della tratta, dal distacco della famiglia, il viaggio fino all'Italia, e fino allo sfruttamento vero e proprio. Le ragazze nigeriane, nella stragrande maggioranza dei casi, apprendono solo in Italia quale sarà il vero lavoro che dovranno fare, e saranno informate dalla loro "madame". Vengono informate quando sono nel massimo della loro vulnerabilità, sono in un paese che non conoscono, non conoscono la lingua, non hanno contatti se non la loro madame (e al massimo altre ragazze nigeriane), e soprattutto non hanno contatti con la loro famiglia in Nigeria, impossibilitate a fare qualsiasi telefonata.

E così si ritrovano costrette a diventare prostitute, e un debito di alcune decine di migliaia di euro da pagare. Costrette con la violenza e vessazioni continue, costrette a sottomettersi anche perché si ritrovano isolate in un mondo che non conoscono.


Nike Favour Adekunle
Anche Nike Favour Adekunle sperava in un lavoro onesto e in una famiglia. Partita da Benin City a 19 anni e morta l'anno dopo nelle campagne di Misilmeri, paese alle porte di Palermo. Il suo corpo carbonizzato ha meritato solo un trafiletto in cronaca nel quale il suo nome non compariva. L'hanno cercata le amiche e i volontari del "Pellegrino della Terra", guidati da Samuel, un nigeriano che prova a strappare dalla strada le sue connazionali.

L'hanno cercata raccogliendo l'appello del "fidanzato" palermitano che le aveva regalato l'anello risparmiato dalle fiamme e che poi è servito a riconoscerla. Nike era costretta a prostituirsi nel "Parco della Favorita" ma voleva uscire dal giro. A Palermo ci sono almeno 500 ragazze nigeriane costrette a prostituirsi.

In Italia ci sono circa 30 mila ragazze nigeriane vittime di schiavitù sessuale, vittime del traffico di "carne umana", hanno tra i 14 e i 30 anni. Vengono picchiate dalle loro madame e costrette a prostituirsi contro la loro volontà, vivono nell'incubo di una ritorsione contro le loro famiglie in Nigeria, sono costrette a pagare un debito, un debito suggellato da un rituale woodoo prima della loro partenza alla presenza dei genitori.

Questo debito dipende dalla bellezza e dall'età della ragazza, e va dai 60 mila ai 120 mila euro. La schiavitù di queste ragazze dura dai 3 ai 4-5 anni (la mia personale è durata 7 anni, tra Italia 1995-1997 e Spagna 1999-2004) - leggi -

Un giro d'affari di 5 miliardi di euro. Ma al di là delle stime una cosa ormai è certa: il traffico di esseri umani alimentata un volume d'affari che è superato solo dal traffico di stupefacenti e da quello delle armi.

Palermo .. Samuel, l'Angelo Custode delle Nigeriane




Articolo scritto da



22 febbraio 2014

Cara Cécile, ci dispiace dirtelo ma hai fallito

Cara Cécile, ci dispiace ma dobbiamo dirti che come ministro per l'integrazione hai fallito. Sarà stato per la tua inesperienza in un posto di responsabilità così importante o per una situazione politica difficile, si è "persa" un'occasione straordinaria per avviare una serie di riforme in campo di immigrazione e di integrazione.

Abbiamo sempre difeso la Kyenge dagli attacchi razzisti che durante i mesi del suo mandato ha subìto. Ma, con la schiettezza che ci contraddistingue, abbiamo anche sollevato voci critiche sul suo operato. Troppe parole pochi fatti.

  • Nessun passo avanti sui C.I.E. (Centri di Identificazione ed Espulsione), sulla loro chiusura, sulla loro modifica, sui controlli delle loro gestioni milionarie, sulle loro condizioni igienico-sanitarie, sui tempi di detenzione, ecc..
  • Nessun passo in avanti sullo Ius Soli.
  • Solo un piccolo passo avanti verso l'abolizione del Reato di Clandestinità (che comunque è ancora in vigore).
  • Nessun passo in avanti sulla situazione lavorativa degli stranieri che in Italia vivono in una situazione di semi-schiavitù (vedi Rosarno e distretto di Prato).
  • Nessun intervento concreto sui tempi troppo lunghi per i rinnovi dei permessi di soggiorno e sui tempi di permanenza "infiniti" nei Centri di Identificazione.
  • Nessuna proposta concreta su come superare la Bossi-Fini, una legge razzista.
  • Fallimento completo sul caso Adozioni in Congo. Si è attivata troppo in ritardo e solo quando ormai il caso era di dominio pubblico.
  • Nulla ha fatto sul problema della tratta di "esseri umani", sulla schiavitù sessuale, sullo sfruttamento sessuale a cui le varie mafie internazionali costringono moltissime ragazze straniere. Nulla ha fatto per proteggere e aiutare le vittime di questa "moderna schiavitù" di cui in Italia sono vittime trenta mila ragazze nigeriane ed almeno 15 mila ragazze rumene, e molte altre di diverse nazionalità.
  • È rimasta "indifferente" sulla firma della Carta di Lampedusa, che il mondo dell'associazionismo internazionale (oltre 100 paesi rappresentati) ha sottoscritto e che riguarda proprio le migrazioni dei popoli.
Insomma, a nostro avviso, un fallimento su tutti i fronti.

Ora che il Ministero dell'Integrazione non c'è più gran parte delle sue competenze passeranno al agli interni che però è guidato da un ministro (Angelino Alfano) che ha già detto di essere contrario allo "Ius Soli" ed è anche contrario a mettere mano alla Bossi-Fini.

Sappiamo benissimo che la situazione politica in cui Cécile Kyenge ha lavorato non era del tutto favorevole, ma siamo anche sicuri che si è persa un'occasione storica per intervenire significativamente su una legge, la Bossi-Fini, che noi abbiamo sempre considerato una legge "razzista".






Articolo scritto da


20 febbraio 2014

Allarme mafia nigeriana in Italia, le schiave sono sempre più giovani

Ragazze Nigeriane
Si calcola che nel 2013 la mafia nigeriana abbia fatto arrivare in Italia almeno mille donne nigeriane. Non arrivano solo attraverso i barconi che sbarcano a Lampedusa, ma arrivano anche utilizzando altre vie, una delle quali è l'aereo. Con documenti falsi si prende il volo Lagos-Amsterdam o Lagos-Bruxelles, oppure un'altra città dell'area "schengen", e poi in treno o con un viaggio in macchina si arriva in Italia.

Negli ultimi mesi le notizie che ci sono giunte testimoniano che in Itala c'è un crescente aumento di donne trafficate per fini sessuali, e non solo nigeriane. Un terzo delle donne nigeriane giunte in Italia sono minorenni, alcune delle quali non hanno nemmeno 14 anni.

È un fenomeno impossibile da quantificare dal punto di vista statistico, è solo possibile fare dei calcoli approssimativi in base alle testimonianze dirette di donne che vengono fermate dalle forze dell'ordine, o che chiedono la protezione sociale e di altre che vengono avviate ai CIE per l'espulsione.

Ragazze nigeriane portate in Italia da trafficanti di esseri umani. Provengono prevalentemente dalla regione di Benin City. Ormai sono le stesse ragazze che "chiedono" di partire, la voce si sparge e arriva a chi di dovere, ed ecco stabilito il contatto. A nulla servono i racconti di quelle che ritornano giù e che raccontano, le associazioni che mettono in guardia, a nulla serve internet e i contatti con amiche che, essendo già in Italia, raccontano. La voglia di partire è tanta, si pensa che le "tristi storie" che arrivano dall'Italia siano falsità, che non sia possibile.

E poi c'è l'ignoranza, la povertà, il degrado, il woodoo. La corruzione, le violenze di Boko Haram, l'inquinamento del Delta del Niger. Ormai abbiamo ripetuto migliaia di molte come queste ragazze vengono coinvolte, il primo contatto, il coinvolgimento dei genitori (magari con offerte di denaro), la firma del "patto" o la promessa (il rituale woodoo) ed infine sei completamente nelle mani della mafia e dei trafficanti di uomini.


Una volte che queste ragazze sono staccate dai genitori non c'è più modo per ritornare indietro, impossibile, ci sono ragazze che hanno potuto ricontattare la propria famiglia solo dopo molti mesi dalla partenza.

Una giornalista nigeriana è riuscita ad "entrare" in una di queste bande e questo è il suo racconto - leggi -


Litorale Domizio
Litorale Domizio, tra Napoli e Caserta. Le schiave nigeriane del sesso a 10 euro a prestazione. Si calcola che nel 2012 almeno 600 di queste ragazze siano state costrette a lavorare su quella strada. Una zona dove la camorra (clan dei casalesi) è di casa e dove la mafia nigeriana si è accordata per poter "lavorare" e allo stesso tempo ottenere protezione.

La camorra si occupa della logistica, offre alloggi, appartamenti sicuri e la "protezione sulla strada", mentre la mafia nigeria si occupa della "carne umana", le ragazze. 
- Il nostro articolo -

A Palermo la situazione è molto simile. Il connubio tra la mafia nigeriana e quella siciliana è evidente e sotto gli occhi di tutti. I dati diffusi dal coordinamento anti-tratta "Favour e Loveth" parlano chiaro, le nuove schiave del sesso a Palermo sono rumene, albanesi, eritree, nigeriane. Almeno la metà di queste sono nigeriane, ovvero un numero intorno ai 500, altre 200 sarebbero rumene. Il 60% delle ragazze sono minorenni.

Ma non solo straniere, è purtroppo un dato di fatto che anche ragazze italiane e palermitane cadono nelle mani della criminalità organizzata per lasciarsi "sfruttare" - leggi -

Piemonte, da Asti a Torino. Sempre più giovani, quasi tutte nigeriane, di notte in città di giorno nelle statali alle periferie delle città. La denuncia è dell'associazione Piam Onlus.

La rotta balcanica. Arrivano dalla Romania e ed è per numero quello più importante, dopo quello nigeriano. Ragazzine sempre più giovani reclutate nelle zone povere o nelle periferie, vengono in Italia con la promessa di un lavoro come domestica, o collaboratrice domestica.

A differenza delle nigeriane che fin dalla loro partenza (in Nigeria) e fino al loro arrivo in Italia sono sempre sotto il controllo della mafia nigeriana, le ragazze rumene invece vengono "vendute" durante il viaggio a diversi gruppi, passando dalla malavita rumena, a gruppi armati della Bosnia legati all'ex-dittatore Milosevich, per poi passare in Albania dove la mafia locale le fa arrivare in Italia.

Durante il viaggio e durante questi passaggi di mano le ragazze subiscono ogni sorta di violenza. Sotto la pelle di alcune di loro sono stati ritrovati dei microchip, impiantati per tenerle sotto controllo ed evitare che scappino - il nostro articolo dettagliato -

Una volta in Italia le ragazze rumene vengono rivendute, singolarmente, o al massimo in coppia, di nuovo ad altri rumeni residenti regolarmente in Italia che le sfruttano in vari modi, facendole prostituire in appartamenti, negli hotel a ore, in strada, nei locali notturni.


Ancona. Scoperto ultimamente un nuovo modo per sfruttare queste ragazze rumene. In pieno giorno e in centro città, nei parcheggi dei supermercati o in luoghi appartati le ragazzine, in cambio di qualche euro, adescano persone anziane, e si lasciano "palpeggiare" nelle parti intime. Il tutto sotto il controllo dei loro sfruttatori che, facendo finta di mendicare, le guardano a vista - leggi -

Il contrasto ai trafficanti di "schiave" in Italia, poco si fa, è difficile .. una "legge razzista" non permette la distinzione tra "schiavi" e "schiavisti", i pochi risultati ottenuti sono solo quelli di ragazze "coraggiose" che raccontano la loro odissea .. Roma .. Palermo ..

Questo articolo fa parte della nostra campagna di sensibilizzazione contro la tratta e la mafia nigeriana e tutti i trafficanti di esseri umani.



Articolo curato da


17 febbraio 2014

Nigeria, ennesima strage di Boko Haram. Trucidati cento cristiani

Villaggio di Izghe devastato dai Boko Haram
Devastato il villaggio di Izghe, nel nord-est insanguinato dalle azioni degli estremisti islamici. Tra le vittime anche alcuni mussulmani moderati.

Oltre cento persone sono state trucidate nella notte tra sabato e domenica (tra il 15 e 16 febbraio) nell'ennesima strage di cristiani compiuta nel nord-est della Nigeria. Questa volta la furia degli estremisti islamici di Boko Haram si è abbattuta sul villaggio di Izghe, nello stato di Borno.

I sopravvissuti hanno raccontato che i miliziani sono arrivati di sera, a bordo di camion e moto, travestiti da soldati. Hanno costretto gli uomini a radunarsi in un'area del villaggio e li hanno massacrati a colpi d'arma da fuoco, con coltelli e machete al gridi "Allah è grande". Hanno poi setacciato abitazioni alla ricerca di chi si era nascosto, hanno saccheggiato magazzini e depositato generi alimentari. Almeno 106 le persone trucidate, tre le quali anche alcuni mussulmani moderati.

Prima di andarsene sembra che i terroristi abbiamo caricato sui camion almeno una ventina di giovani ragazze. Il traffico di giovani donne cristiane è ben noto, vengono costrette a convertirsi all'Islam e poi "vendute", date in sposa a capi islamici, oppure diventano "schiave sessuali" degli stessi miliziani islamisti - leggi -

Nessuna resistenza, nemmeno un poliziotto o un soldato nel villaggio, nonostante gli ultimi giorni siano stati scanditi da eccidi e decine di morti nella zona. E nonostante la "guerra" dichiarata dal presidente Goodlock Jonathan a Boko Haram e la costituzione di milizie di autodifesa, in cui sono entrati anche mussulmani moderati, da affiancare alle forze di sicurezza.


Alcune fonti riferiscono che il massacro di Izghe è la reazione a una serie di bombardamenti aerei delle truppe regolari contro postazioni degli estremisti islamici non lontano dal villaggio, verso il confine con il Camerun.

Non ha avuto per ora nessun effetto neppure il siluramento, a metà gennaio, di tutti i vertici militari, sostituiti perché incapaci di fermare gli attentati di Boko Haram contro la minoranza cristiana nel nord-est del paese. L'offensiva lanciata lo scorso maggio per riportare sotto il controllo governativo la sicurezza negli stati di Borno, Adamawa e Yobe, tutti e tre a maggioranza islamica e tutti e tre in stato di emergenza, non ha dato i risultati sperati.

È evidente a tutti ormai il grado di corruzione in cui lo stesso esercito governativo nigeriano è coinvolto, e le infiltrazioni dei Boko Haram all'interno delle stesse forze dell'ordine, della polizia e dell'esercito.

La dinamica del massacro i Izghe è stata simile a quella dell'attacco in cui, alcuni giorni fa, erano state uccise una cinquantina di persone. E a fine gennaio la violenza integralista si era abbattuta su una chiesa, ci furono più di sessanta morti.

Ancora sabato scorso centinaia di persone erano fuggite dalla cittadina di Bama verso quella di Maiduguri per paura dell'ennesimo raid assassino. In questi ultimi tre anni migliaia di cristiani nigeriani di sono rifugiati nel vicino Camerun, ma la scorsa estate, dopo l'offensiva dell'esercito che sembrava aver spinto i Boko Haram a rifugiarsi nel vicino Niger, molte persone erano ritornate verso i loro villaggi. Il nuovo anno però è iniziato nel peggiore dei modi e gli attentati, anziché finire, sembrano essere ripresi con modalità molto più atroci. Si è passati dagli attentati nelle chiese e nei luoghi frequentati dai cristiani alle incursioni nei villaggi e l'uccisione, uno ad uno, degli abitanti e il rapimento delle giovani ragazze.

Fonti

Altri Articoli e Documenti di Approfondimento


Boko Haram sono un gruppo terroristico islamico che opera prevalentemente nel nord-est della Nigeria, è finanziato dall'Islam internazionale di matrice Jihadista. Fondato del 2001, nasce come gruppo clandestino di ispirazione integralista. Nella lingua Hausa "boko haram" signica letteralmente "l'educazione occidentale è sacrilega".

Nel 2009 da gruppo fondamentalista religioso diventa terrorista e iniziano così i primi attentati suicidi e con auto-bombe nei luoghi di culto dei cristiani, a seguire attentati anche nei campus universitari e nelle scuole, fino alle razzie nei singoli villaggi, nei mercati e in tutti i luoghi prevalentemente frequentati dai cristiani.

L'obiettivo di Boko Haram è creare, nel Nord della Nigeria, uno stato puro islamico, e la pulizia etnico-religiosa è il mezzo per raggiungere il suo obiettivo. Dove l'unica legge dovrebbe essere la sharìa più radicale.

Si calcola che dal 2009 le morti causate da questo gruppo sia intorno alle 4.500 persone, donne, bambini e uomini inermi.



Articolo scritto e curato da


Questo articolo fa parte della nostra campagna di sensibilizzazione e di informazione sulla situazione dei Cristiani nel nord della Nigeria.


14 febbraio 2014

Bambini e bambine soldato, un crimine contro l'Umanità

Nel mondo risultano più di 250 mila bambini ed adolescenti arruolati come soldati, anche se è difficile fare stime esatte ed il numero effettivo è probabilmente più alto e 23 gli Stati che utilizzano minori nelle ostilità, in forma diretta o indiretta.

L'allarme lo lancia la Coalizione Italiana Stop all'Uso dei Bambini Soldato che sottolinea come l'arruolamento dei minori rappresenti una gravissima violazione dei diritti dei bambini, che vengono privati della loro infanzia. Indifesi e facilmente assoggettabili, i bambini sono più facili da trasformare in soldati leali. Rapiti e allontanati dalle loro case, molti bambini soldato spesso sono sopravvissuti al massacro dell loro famiglie. Esposti a violenze e atrocità che ne pregiudicano l'intera esistenza, questi bambini vengono costretti a combattere, trasportare rifornimenti, svolgere ruoli di spie o di scudi umani.

Non solo bambini, ma anche bambine soldato. Le bambine di solito non vengono utilizzate negli scontri a fuoco veri e propri, svolgono comunque tutti gli altri compiti riservati ai maschi, ma sono soprattutto "costrette" a subire violenze sessuali ripetute da parte dei militari adulti. Sempre a disposizione di questo o di quel comandate e dei loro "miliziani". Spesso una sola bambina è a "disposizione" di decine di adulti.

Un crimine ripugnante. L'utilizzo di bambini e bambine soldato rappresenta una gravissima violazione dei diritti umani e un ripugnante crimine di guerra.

Il 12 febbraio 2002 è entrato in vigore il protocollo opzionale alla Convenzione ONU sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza - Download - riguardante l'uso dei minori nei conflitti armati. Tale protocollo stabilisce che nessun minore può essere reclutato forzatamente o utilizzato direttamente delle ostilità, né dalle forze governative né da altri gruppi armati.

Nonostante siano 153 gli Stati che hanno ratificato il protocollo e si sono impegnati a bandire l'uso dei bambini nei conflitti armati, questo fenomeno è ancora drammaticamente diffuso. Sono infatti molti i conflitti nel mondo in cui attualmente vengono usati bambini soldato: Repubblica Centrafricana, Siria, Congo, Darfur, Sud Sudan, Afghanistan, Birmania e in molti altri luoghi nel mondo.

Repubblica Democratica del Congo .. Seimila bambini sfruttati. I rapporti delle Nazioni Unite sul reclutamento e l'impiego di bambini da parte di gruppi armati e milizie filo-governative in Congo sono allarmanti. I bambini, se non muoiono nei combattimenti vengono uccisi dalla droga, dalla violenza e dagli abusi sessuali subiti dai loro superiori dei gruppi armati. Quasi seimila sono i bambini reclutati, circa trenta sono bambine. Quasi tutti sono concentrati nella regione del Kiwu, dove è in atto una guerra civile per il controllo delle miniere di minerali preziosi.

2014. Le Nazioni Unite hanno documentato nuovi casi di reclutamento di bambini da parte di più gruppi armati che operano nella regione nord-orientale del Kiwu. I bambini, in alcuni casi, anche di 10 anni, sono stati reclutati e utilizzati come combattenti, o in funzioni di supporto, come facchini e cuochi. Le bambini e le ragazze adolescenti sono invece state utilizzate come schiave sessuali e sono state vittime di altre forme di violenza sessuale. Leggi "Stupri di massa in Congo".

Afghanistan .. Soldati a otto anni. In Afghanistan sono oltre 70 i casi di arruolamento e impiego di bambini in guerra, molti dei quali di appena 8 anni. La maggior parte vengono destinati alla costruzione di esplosivi (i bambini hanno le mani piccole) e per il trasporto di rifornimenti. Almeno 10 sono stati utilizzati da gruppi islamisti per attacchi suicidi.

2014. Nonostante i progressi compiuti per porre fine al reclutamento e all'impiego di bambini i bambini continuano ad essere utilizzati da tutte le parti in conflitto, sia dalle forze di sicurezza nazionali, ma soprattutto dai talebani che li usano ancora come attentatori suicidi, per la fabbricazione di armi e per il trasporto di esplosivi.

Birmania .. Lo storico rilascio di piccoli soldati birmani. Il 18 gennaio 2014 l'esercito birmano ha consentito la liberazione di 96 ragazzi, reclutati dall'esercito in tenera età. L'ONU ha riconosciuto lo "storico passo" verso la fine dell'utilizzo di bambini soldato in Birmania e in tutto il mondo.

Questo riscatto è il più importante da quando le Nazioni Unite e il governo birmano hanno firmato, nel giugno 2012, un piano di azione per impedire il reclutamento di bambini e consentire il ritorno alla vita civile dei minori già arruolati . Fino ad oggi sono 272 i bambini soldato liberati in Birmania.

Siria e Iraq .. I bambini siriani arrestati, torturati e usati come scudi umani. Nella violentissima guerra siriana, i gruppi armati di opposizione hanno reclutato e utilizzato bambini, sia in ruoli di supporto che nei combattimenti. Non sono invece disponibili informazioni sul reclutamento di bambini da parte delle forze governative. Lo stesso esercito però è stato riconosciuto responsabile di arresti, detenzioni arbitrarie e torture su minori, e molti sono stati bambini usati come scudi umani.

2014 Stato Islamico .. Gli avanzamenti dello Stato Islamico e la proliferazione di gruppi armati hanno reso i bambini ancora più vulnerabili al reclutamento. Bambini di 12 anni sono attualmente in fase di addestramento militare e sono stati usati come informatori, per presidiare posti di blocco e per sorvegliare punti strategici. In alcuni casi sono stati utilizzati come attentatori suicidi e per effettuare esecuzioni.

Bambini liberati del Sud Sudan
Sud Sudan .. Nel Sud Sudan il maggior numero di bambini reclutati. Non si hanno informazioni precise, né tanto meno chiare sull'uso di minori nella guerra del Sud Sudan, ma le Nazioni Unite hanno verificato il reclutamento e l'impegno di 252 ragazzi tra i 14 e i 17 anni di età. Inoltre, è stato registrato lo sfruttamento di bambine e ragazze a fini di violenza sessuale.

Aggiornamento Sud Sudan
Febbraio 2015 .. Liberati in Sud Sudan 3.000 (tremila) bambini soldato. Si tratta della più grande smobilitazione di questo genere. I primi 280 sono stati lasciati andare nei giorni scorsi a Gumuruk, nel governatorato di Jonglei. Altri seguiranno nel corso dei prossimi mesi.
I ragazzi, che hanno tra gli undici e i diciassette anni, erano stati reclutati dalla fazione Cobra del South Sudan Democratic Army (SSDA). Alcuni hanno combattuto per quattro anni, molti non sono mai andati a scuola. In totale, si stima che negli ultimi anni siano stati reclutati 12.000 bambini, per lo più maschi(fonte Unicef).

Repubblica Centrafricana .. Ragazzi e ragazze di appena otto anni sono stati reclutati e utilizzati da tutte le parti coinvolte nel conflitto per prendere parte direttamente alle violenze inter-etniche e religiose.

Da settembre 2014 la Corte penale internazionale ha aperto un'inchiesta per crimini di guerra e utilizzo di bambini soldato. In media, negli ultimi mesi, almeno un bambino ogni giorno è stato mutilato o ucciso durante gli scontri (fonte Unicef). Nella Repubblica Centrafricana si temono almeno diecimila bambini soldato, reclutati da entrambe le fazioni in lotta.
Nostri articoli


La Coalizione è nata con l'obiettivo di sensibilizzare e far pressione per la ratifica globale e il rispetto del Protocollo Opzionale.

Le Convenzioni e i protocolli vigenti. Nonostante gli sforzi a livello internazionale, il problema dei bambini soldato è ancora vivo e drammaticamente in aumento. La Convenzione Internazionale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, è il primo strumento internazionale che enuncia i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo, insieme con gli obblighi degli Stati e della comunità internazionale nei confronti del'infanzia.

Nel 2002 è entrato in vigore il Protocollo Opzionale alla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che tratta il coinvolgimento di minori nei conflitti armati. Il Protocollo che stabilisce che nessun minore di 18 anni può essere reclutato forzatamente o utilizzato direttamente o indirettamente nelle ostilità.

L'Italia ha ratificato il Protocollo Opzionale con la legge n. 148 del 9 maggio 2002. Sebbene il Protocollo rappresenti un passi importante, non è ancora uno strumento giuridico completo e sufficiente. Infatti, per il reclutamento volontario negli eserciti regolari, non è imposto il limite minimo di 18 anni.


Mappa delle Violazioni
Nella mappa sono indicati i Paesi in cui si rileva almeno una delle sei gravi violazioni formulate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per proteggere i bambini durante i conflitti armati e individuare i responsabili.
- Vai alla Mappa Interattiva -

1. Uccisione e mutilazione di bambini
2. Reclutamento o utilizzo di bambini come soldati
3. Violenza sessuale contro i bambini
4. Attacchi contro scuole o ospedali
5. Impedimento dell'assistenza umanitaria ai bambini
6. Sequestro di bambini

Questo articolo fa parte della nostra Campagna di Sensibilizzazione per dire
No ai Bambini e alle Bambine Soldato

Articolo aggiornato il 12 febbraio 2015
nel giorno della Giornata Internazionale contro l'uso di Bambini Soldato



Condividi la nostra Campagna Informativa
"No ai Bambini e alle Bambine Soldato"
- clicca qui -

Convenzione Internazionale per i Diritti dell'Infanzia e Protocolli Opzionali
Documento Integrale



Articolo curato da


08 febbraio 2014

La Carta di Lampedusa, grave errore aver dimenticato le vittime della tratta

Foundation for Africa dice No alla Carta di Lampedusa
Per tre giorni, dal 31 gennaio al 2 febbraio scorsi, l'isola di Lampedusa è stata pacificamente invasa da circa trecento persone provenienti da diversi paesi e realtà dell'associazionismo nazionale e internazionale che si battono per i diritti dei migranti. L'occasione è stata quella della scrittura della Carta di Lampedusa, un documento per riaffermare i principi della Carta mondiale dei migranti redatta a Gorèe, piccola isola al largo di Dakar in Senegal, nel 2011.

Nelle intenzioni degli organizzatori, un nuovo inizio, uno spartiacque nato dalla necessità di confronto e produzione dal basso di alternative rispetto al modello della chiusura delle frontiere e della gestione dei flussi migratori.

Carta di Lampedusa .. A lanciare l'idea della Carta è stata l'associazione Melting Pot Europa che, all'indomani delle stragi del 3 e 11 ottobre scorso in cui diverse centinaia di persone annegarono a poche centinaia di metri dalle nostre coste, ha organizzato due assemblee on line con oltre 70 città collegate da tutto il mondo e ha redatto, attraverso lo strumento open source DokuWiki di Wikipedia, una bozza della Carta consultabile e correggibile da tutti durante le settimane precedenti all'incontro.

I Protagonisti .. L'incontro finale tra tutti i protagonisti che hanno redatto il documento definitivo della Carta di Lampedusa si è tenuto in un salone dell'aeroporto di Lampedusa nei giorni dal 31 gennaio al 2 febbraio vedi programma - I partecipanti sono stati studenti, ricercatori, giuristi, avvocati, giornalisti, e attivisti dell'associazionismo laico e cattolico.

Una parte degli incontri sono stati dedicati alle possibili applicazioni pratiche dei principi fondanti della Carta, delle possibili ricadute normative delle legislazioni dei paesi che sono sia parte passiva che attiva delle migrazioni.

L'ambizione della Carta di Lampedusa è che possa diventare un punto di riferimento globale e condiviso, plurale, nato dal basso e non imposto dall'alto, per nuove pratiche di inclusione e per la riaffermazione dei diritti fondamentali di ogni essere umano in viaggio.

Comunicato di Foundation for Africa .. La nostra associazione pur condividendo i principi e lo spirito che ha portato alla stesura del testo finale della Carta di Lampedusa, fa notare che NON sono state inserite le osservazioni delle associazioni che operano nel settore della tratta di esseri umani.

In particolare non si fa nessun riferimento alla mafie che gestiscono il traffico di esseri umani, NON una parola di condanna per i trafficanti di uomini, di donne e di bambini. NON una parola, inoltre, sul "Trafficking" che porta giovani donne nigeriane in Europa per poi ridurle in schiavitù.

Come ex vittime di questo traffico, come ex vittime di tratta, ci sentiamo escluse da un documento che avrebbe dovuto rappresentare tutto il mondo dell'associazionismo operante nel settore dei migranti.

Foundation for Africa quindi NON firmerà la Carta di Lampedusa. NOI non firmiamo.

La Carta di Lampedusa

La Carta di Lampedusa




Articolo scritto da

07 febbraio 2014

Ragazze nigeriane portate in Italia da trafficanti di esseri umani

Noi le chiamiamo le "Ragazze di Benin City", dal nome della città nigeriana dalla quale gran parte di loro proviene. Una volta giunte in Italia, diventeranno delle vere e proprie schiave sessuali.

Nei scorsi giorni i carabinieri hanno smantellato una cellula della mafia nigeriana in Italia e hanno arrestato 34 persone, quasi tutte nigeriane, tra Roma, Torino, Parma, Firenze e Imperia - leggi -

Secondo la rivista mensile on line "The Zam Chronicle" specializzate di inchieste sul continente africano, su dieci persone che vengono portate in Europa da trafficanti di essere umani, sei sono ragazze nigeriane. Si stima che attualmente solo in Italia ci siano circa 30 mila di queste ragazze trafficate.

La giornalista nigeriana Tabore Ovuorie, 33 anni, si occupa del traffico di donne dal suo paese ed è riuscita ad infiltrarsi in una di queste reti, assistendo in incognito alle attività di bande criminali, a violenze, a un giro di soldi enorme e alle collusioni con governi e polizia.

Questi i passaggi più significativi della sua inchiesta.
Al campo di addestramento siamo in dieci, oltre a me, Adesuwa, Isoken, Lizzy, Mairo, Adamu, Ini, Tessy, Omai e Sammy. Abbiamo viaggiato insieme su un piccolo furgone da Lagos, sperando di arrivare presto in Italia. Siamo impazienti di passare al cosiddetto livello successivo, dalla prostituzione locale ai bigliettoni che speriamo di fare all'estero. Ma prima, abbiamo scoperto, che dobbiamo sottoporci ad un addestramento in un compound isolato e sorvegliato da soldati armati, sperduto da qualche parte in mezzo alla boscaglia che circonda Ikorodu (cittadina nei pressi di Lagos). La nostra trafficante, Mama Caro, ci dà il benvenuto in un inglese impeccabile, dicendoci quanto siamo speciali e fortunate. Poi ci fa entrare nella stanza in cui dormiremo, per terra e senza cena.

Non mi aspettavo questo. Con i colleghi avevamo fatto un'attenta valutazione dei rischi e avevamo messo in piedi contatti, numeri telefonici di emergenza, case sicure, conti in banca. Avevamo previsto le modalità di trasporto e fuga. Reece, la mia collega, mi aspettava a Cotonou, la capitale del Benin, per venirmi a prendere in un punto di incontro concordato. Ma non avevamo previsto che prima ci fosse stata un'altra tappa in questo campo isolato e sorvegliato, nel bel mezzo del nulla. In e si fa strada l'idea che potrei essere in grossi guai.

Come giornalista avevo intervistato diverse donne reduci da sfruttamento sessuale, a cui non solo è stato chiesto di avere rapporti, ma a cui è stata negata qualsiasi forma di assistenza medica e la possibilità di tornare a casa se stavano male. Ora sono ammalate di AIDS, gonorrea, perforazioni gastrointestinali e incontinenza.

Alcune di loro, provenienti da ambienti in cui la religione tradizionale è molto forte, non hanno ricevuto le cure necessarie perché i dottori le hanno considerate "cattive". Ero consapevole che politici, funzionari e ufficiali dell'esercito che sbandierano la loro fede aiutano i trafficanti di esseri umani. Io volevo rompere questa ipocrisia e dimostrare a tutti come, ogni in giorno, in Nigeria chi ha il potere aiuta i criminali a rendere schiave le mie giovani connazionali.

Per entrare in contatto con uno di questi gruppi, Ovuorie si veste da ragazza squillo, passeggia per le vie di Lagos e comincia a far circolare la voce di essere alla ricerca di una protettrice. Funziona.

Mama Caro (la protettrice) ha fatto firmare a tutte una dichiarazione in cui affermano che hanno intrapreso il viaggio di loro volontà e si impegnano a ripagare alla trafficante una certa somma come parcella. A nessuna donna viene data una copia del documento che ha firmato, mentre la cifra di denaro varia di caso in caso senza una ragione (probabilmente dipende dalla bellezza e dall'avvenenza delle ragazze). Isoken ha firmato per 100 mila dollari statunitensi, mentre il debito è solo di 70 mila dollari. Ci è stato detto che a Cotonou riceveremo nuovi passaporti con nomi falsi e anche false nazionalità.

Il progetto di Ovuorie è seguire il gruppo fino a Cotonou, in Benin. Ma la situazione diventa troppo difficile. Assiste a ricatti, violenze e omicidi. Una volta arrivata alla frontiera, decide di scappare dal gruppo e di raggiungere da sola la città e la sua collega Reece Adanwenon.

In seguito al racconto-inchiesta della giornalista Tabore Ovuorie e della sua collega Reece, nel settembre del 2013 l'inviata speciale delle Nazioni Unite per il traffico di esseri umani, la nigeriana Joy Ngozi Ezelio, è stata in visita ufficiale in Italia, dove tra l'altro è stata ricevuta anche dalla presidente della Camera Boldrini, e soprattutto ha incontrato giovani e donne nigeriane vittime della tratta e di sfruttamento sessuale - leggi -

Testo dell'Inchiesta Integrale di Tabore Ovuoire (in inglese)

Altri Articoli e Documenti

Racconto per immagini di un percorso di schiavitù e oppressione lungo, a volte, molti anni.




Articolo curato da

Questo articolo fa parte della Campagna di sensibilizzazione che Foundation for Africa ha intrapreso contro la Mafia Nigeriana e la tratta di giovani ragazze dalla Nigeria e poi rese schiave in Italia

In Nigeria non si può più essere cristiani

Bambini e neonati uccisi, donne e disabili massacrati, case incendiate. Racconto della strage di Natale per mano dei pastori...